Nel cuore di Roma, a pochi passi dalla Città del Vaticano, l’arte urbana si è fatta voce tagliente e specchio dei tempi. Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 2025, la street artist romana Laika ha realizzato un murale che, in poche ore, ha catalizzato l’attenzione dei media e dei passanti: “Gli invitati”, un’opera dedicata a Papa Francesco, scomparso da pochi giorni e al centro di un funerale che si preannuncia tra i più seguiti e discussi della storia recente.
L’opera di Laika raffigura il Papa intento a osservare, dal cielo, la lista degli invitati al proprio funerale. Il volto di Francesco è perplesso, quasi infastidito, mentre i suoi occhi scorrono tra i nomi di alcune delle figure più controverse e potenti del panorama politico internazionale. Tra questi spiccano il presidente americano Donald Trump, il presidente argentino Javier Milei, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, il vicepremier italiano Matteo Salvini e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Il messaggio è chiaro: secondo Laika, il Pontefice avrebbe preferito non vedere certi nomi tra gli ospiti delle sue esequie. “È la prima volta che ritraggo il Papa nei miei poster”, ha spiegato l’artista, “proprio perché la Chiesa è un mondo per me distante, soprattutto in termini di diritti civili. Ma non si può negare che Francesco sia stato un Papa attento ai migranti, al massacro dei palestinesi a Gaza e contrario al riarmo, in nome di una pace senza armi. Penso che, potendo, quei nomi sulla sua ‘guest list’ li avrebbe depennati volentieri”.
La presenza di leader politici spesso in contrasto con le posizioni di Francesco su migranti, diritti umani e pace ha suscitato polemiche dentro e fuori il Vaticano. Il funerale del Papa, infatti, vedrà la partecipazione di capi di Stato, membri di famiglie reali e rappresentanti delle istituzioni internazionali. Tra i grandi assenti spicca Vladimir Putin, sostituito dalla ministra della Cultura russa, mentre sono attesi, tra gli altri, Donald Trump, Javier Milei, Ursula von der Leyen e numerosi rappresentanti del governo italiano.
Il murale di Laika dà voce a un sentimento diffuso tra i fedeli e gli osservatori: la percezione che molti dei potenti presenti abbiano spesso ignorato o addirittura osteggiato le battaglie di Francesco in favore degli ultimi, dei migranti, dei poveri e della pace. Non a caso, tra i primi a rendere omaggio al Papa ci sono stati migranti, rifugiati e membri di organizzazioni umanitarie come Mediterranea Saving Humans, che ha definito Francesco “un membro dell’equipaggio della nave del soccorso civile ‘Mare Jonio’”.
Il murale è apparso in via Nicolò Piccolomini, una strada simbolica per la sua vicinanza alle mura vaticane e per la vista privilegiata sulla cupola di San Pietro. Non è solo una provocazione artistica, ma anche una riflessione amara sulla distanza tra i valori predicati da Papa Francesco e le politiche di molti leader mondiali che, pure, si sono affrettati a confermare la loro presenza al funerale.
L’opera di Laika si inserisce in un clima di grande commozione popolare: oltre 50.000 persone hanno già reso omaggio alla salma del Pontefice esposta nella Basilica di San Pietro, e si prevede che centinaia di migliaia di fedeli e curiosi parteciperanno alle esequie del 26 aprile. Il corteo funebre, che accompagnerà la salma dalla Basilica di San Pietro a quella di Santa Maria Maggiore, sarà “a passo d’uomo per consentire alla gente di salutarlo”, come ha dichiarato la Sala Stampa vaticana.
Laika è una delle voci più riconoscibili della street art italiana. Da sempre attenta ai temi sociali e politici, ha scelto l’anonimato come cifra stilistica e come protezione personale. Le sue opere sono spesso effimere, destinate a essere rimosse o coperte, ma capaci di accendere il dibattito pubblico. Con “Gli invitati”, Laika ha voluto sottolineare la distanza tra il messaggio evangelico di Papa Francesco e la realtà della politica internazionale, usando l’ironia e la satira per denunciare l’ipocrisia di certi omaggi istituzionali.
Il funerale di Papa Francesco si preannuncia come un evento senza precedenti, non solo per la partecipazione di leader mondiali, ma anche per la presenza di poveri, migranti e rifugiati, invitati esplicitamente dal Pontefice stesso. Dopo la cerimonia in San Pietro, la salma sarà accolta davanti a Santa Maria Maggiore da un gruppo di poveri, prima della tumulazione in forma privata.
Questo gesto, insieme alla scelta di una bara semplice e all’assenza di molti dei tradizionali simboli del potere papale, conferma la volontà di Francesco di lasciare un segno di umiltà e di vicinanza agli ultimi, anche nell’ultimo viaggio terreno.