E' morto Giancarlo Gentilini, sindaco di Treviso. E' stato uno dei personaggi politici più iconici e discussi del Veneto e della scena amministrativa italiana. Conosciuto come “lo sceriffo” per il suo stile di governo deciso e per le sue posizioni spesso sopra le righe, ha lasciato un segno indelebile nella storia di Treviso e non solo.
Giancarlo Gentilini è morto a Treviso il 24 aprile 2025, all’età di 95 anni. Le fonti disponibili non specificano la causa esatta della morte, ma vista l’età avanzata e il progressivo ritiro dalla vita pubblica, si può ragionevolmente ipotizzare che si sia trattato di cause naturali legate all’età.
Negli ultimi anni, Gentilini aveva progressivamente lasciato la scena politica, dichiarando pubblicamente di non avere più la forza di occuparsi della cosa pubblica e preferendo dedicarsi alla famiglia e alla vita privata.
Gentilini nacque il 3 agosto 1929 a Serravalle, nel comune di Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, da una famiglia impegnata nel commercio delle granaglie.
Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Padova, iniziò la sua carriera professionale nella banca locale Cassamarca, dove arrivò a dirigere l’ufficio legale. La sua formazione e il servizio militare svolto negli Alpini, corpo al quale rimase sempre legato, contribuirono a forgiare il suo carattere deciso e il suo spirito di servizio verso la comunità.
La vita privata di Giancarlo Gentilini è stata caratterizzata da grande riservatezza, nonostante la notorietà pubblica. Nel 1962 sposò Teresina Pini, dalla quale ebbe due figli, Stefano e Antonio.
Dopo la scomparsa della prima moglie nell’ottobre 2017, Gentilini si risposò il 26 maggio 2018 con Maria Assunta Pace, ex consulente del lavoro di origini lucane ma residente a Treviso da sempre. Il matrimonio fu celebrato a Viano, in provincia di Reggio Emilia, alla presenza dei rispettivi figli come testimoni.
La storia d’amore tra Gentilini e Maria Assunta nacque da una conoscenza di lunga data, consolidatasi dopo la vedovanza di lui.
Gentilini si avvicinò inizialmente alla Democrazia Cristiana, ma la sua vera popolarità arrivò con l’adesione alla Lega Nord di Umberto Bossi, partito con il quale condivise la battaglia per il federalismo, pur mantenendo una posizione di forte italianità e distanziandosi dalla deriva secessionista della Lega degli anni Novanta.
Nel dicembre 1994 fu eletto sindaco di Treviso, incarico che mantenne fino al 2003, quando, per il limite dei mandati consecutivi, passò il testimone a Gian Paolo Gobbo, assumendo però il ruolo di vicesindaco fino al 2013.
La sua amministrazione fu caratterizzata da una politica di “tolleranza zero” verso l’immigrazione clandestina, il degrado urbano e la criminalità, guadagnandosi l’appellativo di “sceriffo” e una fama nazionale. Tra le sue iniziative più controverse si ricordano la rimozione delle panchine nei pressi della stazione per scoraggiare la presenza di immigrati e il divieto di accesso ai cani in alcune aree del centro storico, provvedimento poi annullato dal TAR.
Gentilini non si limitò al ruolo di amministratore locale: fu protagonista di numerose battaglie politiche e mediatiche, spesso con dichiarazioni provocatorie che suscitarono reazioni sia di sostegno che di dura critica. Nel 2018, ormai quasi novantenne, sostenne la candidatura di Mario Conte a sindaco di Treviso, presentando una lista civica in tandem con il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.