30 Apr, 2025 - 15:01

Terremoto in Francia sui diritti tv: cosa sta succedendo?

Terremoto in Francia sui diritti tv: cosa sta succedendo?

Il campionato francese, la storica Ligue 1, è oggi a un punto di svolta critico. Si parla di una delle leghe calcistiche più importanti d’Europa, la stessa che ha lanciato nel firmamento mondiale talenti come Ronaldinho, Zinédine Zidane, Thierry Henry, Kylian Mbappé e Karim Benzema. Un torneo che ha fatto della formazione e dello sviluppo dei giovani una delle sue eccellenze riconosciute a livello globale. Eppure, nonostante questo prestigioso passato, la Ligue 1 rischia ora di scomparire dal radar mediatico internazionale.

In un contesto in cui l’esposizione televisiva è fondamentale per sopravvivere e crescere, l’attuale crisi dei diritti TV rappresenta una minaccia esistenziale per l’intero sistema calcistico francese. Il rischio non è solo economico, ma anche culturale: l’assenza del campionato francese dai palinsesti globali rischia di condannare la Ligue 1 a un ruolo marginale, comprimendo la sua capacità di attrarre sponsor, tifosi internazionali e nuovi talenti. 

Il collasso dell’accordo Dazn-Ligue 1: cosa succede ai diritti tv in Francia?

La rottura tra DAZN e la Ligue 1 rappresenta un precedente significativo nel panorama europeo. L’accordo, firmato meno di un anno fa, prevedeva che la piattaforma di streaming trasmettesse otto partite a giornata in cambio di un investimento annuale di 375 milioni di euro. Tuttavia, i problemi sono emersi quasi subito: DAZN ha lamentato gravi perdite economiche — tra i 200 e i 250 milioni di euro — dovute principalmente a un numero di abbonati ben al di sotto delle aspettative. I 500.000 utenti registrati sono stati un duro colpo rispetto all’obiettivo dichiarato di oltre un milione.

A queste difficoltà si sono aggiunte tensioni con la LFP (Ligue de Football Professionnel), accusata da DAZN di non combattere efficacemente la pirateria e di aver manipolato i dati dell’accordo precedente con Amazon Prime e Canal Plus. Il risultato è stata una rescissione consensuale dell’accordo, che sarà formalizzata il 2 maggio con il pagamento di una penale da 100 milioni di euro e due rate arretrate (70 e 30 milioni). Per la Ligue 1 si tratta di una perdita non solo economica, ma anche strategica: viene meno un partner internazionale in grado di garantire visibilità al campionato, proprio in un’epoca in cui la competizione globale tra leghe è più accesa che mai.

Diritti tv al collasso: un disastro finanziario all’orizzonte

Senza i proventi garantiti dai diritti televisivi, la stabilità economica di molti club francesi è a rischio. In Ligue 1, la dipendenza dai ricavi media è profonda: si stima che in media rappresentino tra il 30% e il 50% dei bilanci annuali dei club. La fine dell’accordo con DAZN apre quindi un vuoto finanziario che potrebbe avere effetti a catena: stipendi non pagati, tagli al settore giovanile, cessioni forzate dei migliori giocatori e, nei casi peggiori, crisi societarie gravi.

Per rispondere all’emergenza, la LFP sta valutando la creazione di un canale televisivo proprio, prodotto da LFP Media. L’idea è quella di internalizzare la produzione dei contenuti e affidarli a un operatore esterno che ne curi la distribuzione e la vendita. Ma questa opzione, già presa in considerazione in passato, comporta rischi notevoli. I costi di produzione, la necessità di costruire una rete di distribuzione efficace e il tempo richiesto per ottenere ritorni concreti rendono la soluzione tutt’altro che immediata. 

Il futuro della Ligue 1

La frattura con DAZN è solo il sintomo di un problema più profondo: la Ligue 1 si trova di fronte a una crisi d’identità. Non basta più produrre talenti e venderli a caro prezzo alle big europee. In un ecosistema calcistico sempre più dominato dall’immagine, dalla distribuzione globale e dalla capacità di generare storytelling, la Francia rischia di rimanere indietro.

Se non si interviene con decisione, il campionato francese rischia di trasformarsi in una fucina di talenti... da esportare. Un campionato formativo, ma invisibile. E in un mondo in cui l’invisibilità equivale alla marginalità economica, la Ligue 1 non può permettersi questo destino.

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Luca Liaci
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