Il Manchester United sta vivendo una delle stagioni più buie della sua storia recente. Al quattordicesimo posto in Premier League, lontanissimo non solo dalla zona Champions ma persino da quella Europa, il club inglese è ormai bersaglio fisso di critiche feroci da parte di tifosi, stampa e opinionisti.
L’arrivo di Amorim in panchina non ha portato i risultati sperati e le difficoltà economiche del club, aggravate da una gestione societaria poco efficace, non hanno fatto altro che aumentare la pressione su squadra e allenatore. Con una rosa discontinua, spesso priva di idee e incapace di trovare continuità, il Manchester United si è visto scivolare in una crisi tecnica e gestionale profonda. In questo scenario cupo, l’unico spiraglio di luce rimane l’Europa League, unica competizione che può salvare una stagione disastrosa e restituire un minimo di dignità al club.
Contro ogni pronostico, il Manchester United ha compiuto una vera impresa, battendo l’Athletic Bilbao con un netto 3-0 nella semifinale d’andata di Europa League. Un risultato pesantissimo, maturato in uno dei campi più caldi e ostici del continente, il San Mamés, che ironicamente sarà anche lo stadio in cui si disputerà la finale del torneo. Se i Red Devils dovessero completare l’opera nel ritorno a Old Trafford, potrebbero dunque ritrovarsi a tornare a Bilbao per giocarsi la coppa proprio lì dove hanno trionfato.
Il risultato dell’andata non solo mette un piede in finale allo United, ma alimenta l’ipotesi di una finale tutta inglese: anche il Tottenham, infatti, ha ottenuto una vittoria convincente contro il Bodo Glimt nell’altra semifinale. Con due squadre della Premier in piena forma in Europa, a dispetto delle difficoltà in campionato, si profila una resa dei conti interna che darebbe lustro al calcio inglese in campo continentale.
Nonostante la grande prestazione dello United, la partita è stata segnata da un fortissimo strascico polemico. L’Athletic Bilbao è furioso per la gestione arbitrale di Espen Ekas e per l’uso controverso del VAR da parte dell’italiano Aleandro Di Paolo. L’episodio più contestato è arrivato al 35′ del primo tempo, quando Vivian è stato espulso per un intervento considerato da rosso diretto.
Oltre al danno dell’inferiorità numerica, nell’azione è stato anche concesso un rigore ai Red Devils, poi trasformato per il momentaneo 2-0. Tuttavia, i padroni di casa protestano con forza per un presunto tocco di mano precedente da parte di Garnacho, che avrebbe dovuto invalidare tutto. L’infrazione, secondo i baschi, era evidente, ma inspiegabilmente non è mai stata visionata al monitor. A peggiorare le cose, un altro episodio dubbio nel secondo tempo non è stato nemmeno oggetto di revisione. Tra fischi dagli spalti e dichiarazioni infuocate, a Bilbao si parla apertamente di “furto” e di semifinale falsata.
Con il ritorno fissato per l’8 maggio a Old Trafford, il Manchester United ha ora l’occasione concreta di riscattare una stagione da incubo. La qualificazione alla finale di Europa League sembra a portata di mano, e con essa la possibilità di salvare l’onore e di ottenere un titolo europeo che manca dal 2017.
Per Amorim, sarebbe un traguardo che darebbe legittimità al suo progetto tecnico, finora zoppicante, e offrirebbe alla tifoseria una gioia insperata in un’annata segnata solo da delusioni. Certo, servirà massima concentrazione: l’Athletic, pur ferito, è una squadra orgogliosa che cercherà l’impresa, e il Tottenham rimane un potenziale avversario temibile per un eventuale ultimo atto. Ma una cosa è certa: per i Red Devils, l’Europa League non è solo un obiettivo, è l’ultima ancora di salvezza. E ora, dopo Bilbao, sognare è lecito.