La stagione entra nella sua fase decisiva, e il sogno del Triplete, il traguardo più ambito per qualsiasi club europeo, è ormai rimasto appannaggio di sole due squadre: il Barcellona e il Paris Saint-Germain. L’Inter di Simone Inzaghi, che aveva accarezzato l’idea di ripetere l’impresa del 2010, si è dovuta arrendere a un Milan irresistibile nei derby stagionali.
Fuori dai giochi anche l’Arsenal, battuto all’andata in semifinale di Champions proprio dal PSG. Restano così solo i blaugrana e i parigini a inseguire il triplo trionfo in campionato, coppa nazionale e Champions League. Una sfida affascinante, che coinvolge anche una figura già entrata nella storia del calcio: Luis Enrique, attuale allenatore del PSG, è uno dei pochi tecnici in attività ad aver già centrato il Triplete. Ma questa volta, il tecnico potrebbe scrivere una nuova pagina di storia.
Oggi, Luis Enrique ha tra le mani un’altra corazzata, diversa da quelle precedenti ma altrettanto ambiziosa. Il suo Paris Saint-Germain ha già conquistato con largo anticipo la Ligue 1, dominata sin dalle prime giornate, e si è guadagnato l’accesso alla finale di Coppa di Francia dove affronterà il Reims il prossimo 24 maggio. Ma soprattutto, i parigini hanno un piede nella finale di Champions League dopo il successo sull’Arsenal nella semifinale d’andata.
È una stagione da incorniciare per il club francese, che ha trovato finalmente equilibrio, solidità e continuità anche in Europa, laddove per anni ha collezionato solo illusioni. Luis Enrique ha dato un’identità chiara alla squadra, riuscendo a compattare un gruppo spesso accusato di essere troppo individualista. Il PSG non rimpiange per niente Mbappè: gioca da collettivo, difende con ordine e colpisce con freddezza. Il Triplete è alla portata, e nessuno conosce meglio di Luis Enrique cosa significhi tagliare quel traguardo.
Nel 2015, Luis Enrique compì un’autentica impresa alla guida del Barcellona. Alla sua prima stagione sulla panchina del Camp Nou, raccolse una squadra in cerca di identità dopo l’addio del Tata Martino e la trasformò in una macchina da guerra. Il Barça di quell'anno vinse praticamente tutto: Liga, Champions League, Coppa del Re, Supercoppa Europea e Mondiale per Club. Cinque trofei su sei, in una stagione che ha segnato un’epoca.
Il merito non fu solo dei titoli conquistati, ma anche della qualità di gioco e dell’equilibrio gestionale. Il tecnico fu abile nel far convivere un tridente offensivo devastante formato da Messi, Neymar e Suarez. Tre tra i cinque attaccanti più forti al mondo, capaci di mettere a segno insieme 137 gol nel solo anno solare. Una cifra spaventosa che testimonia l’armonia e l’efficacia raggiunte dal gruppo. Luis Enrique riuscì dove molti avevano fallito: far coesistere tre fuoriclasse senza alimentare tensioni o gelosie.
Manca poco al verdetto finale. Con l’Inter e l’Arsenal ormai fuori dai giochi, tutto si deciderà tra Barcellona e PSG. Entrambe le squadre sono in corsa per il Triplete e guidate da allenatori capaci di gestire l’enorme pressione delle grandi sfide. Il Barcellona di Flick è avanti in Liga con quattro punti di vantaggio sul Real Madrid e si prepara alla finale di Coppa del Re, proprio contro i blancos, oltre al ritorno della semifinale di Champions contro l’Inter.
Dall’altra parte, il PSG ha già uno scudetto in tasca, una finale nazionale all’orizzonte e un piede in finale europea. Se Luis Enrique dovesse riuscire a conquistare il Triplete anche con i parigini, sarebbe un traguardo epocale: il primo allenatore della storia a riuscirci con due club diversi. La leggenda è a un passo. Ora resta solo da vedere chi, tra Barcellona e PSG, saprà scrivere la storia.