Il primo discorso di Papa Leone XIV, pronunciato dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro subito dopo la sua elezione, ha subito colpito per la sua profondità spirituale e per il forte richiamo alla pace, al dialogo e alla continuità con il pontificato di Papa Francesco. Durato quasi otto minuti, questo discorso segna l’inizio di un nuovo cammino per la Chiesa cattolica, ponendo al centro temi di grande attualità e urgenza.
"La Pace sia con tutti voi.
Fratelli, sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo Risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel nostro cuore, le vostre famiglie, a tutte le persone, ovunque siano, a tutti i popoli, a tutta la terra. La pace sia con voi. Questa è la pace di Cristo risorto. Una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio. Dio che ci ama tutti incondizionatamente.
Ancora conserviamo nei nostri orecchi quella voce debole, ma sempre coraggiosa di Papa Francesco che benediva a Roma. Il Papa che benediva Roma dava la sua benedizione al mondo, al mondo intero. Quella mattina del giorno di Pasqua. Consentitemi di dar seguito a quella stessa benedizione. Dio ci vuole bene. Dio vi ama tutti e il male non prevarrà.
Siamo tutti nelle mani di Dio. Pertanto, senza paura, uniti, mano nella mano con Dio e tra di noi, andiamo avanti. Siamo discepoli di Cristo. Cristo ci precede. Il mondo ha bisogno della sua luce. L’umanità necessita di lui come il ponte per essere raggiunta da Dio e dal suo amore. Aiutateci anche voi, poi, gli uni gli altri, a costruire i ponti con il dialogo, con l’incontro, unendo per essere un solo popolo, sempre in pace. Grazie a Papa Francesco. Voglio ringraziare anche tutti confratelli cardinali che hanno scelto me per essere successore di Pietro.
Camminare insieme a voi come chiesa unita, cercando sempre la pace, la giustizia, cercando sempre lavorare come uomini e donne fedeli a Gesù Cristo, senza paura per proclamare il Vangelo, per essere missionari. Sono un figlio di Sant’Agostino, agostiniano che ha detto: “Con voi sono cristiano e per voi vescovo”. In questo senso, possiamo tutti camminare insieme verso quella patria che il quale, la quale Dio ci ha preparato. Alla chiesa di Roma un saluto speciale.
Dobbiamo cercare insieme come essere una chiesa missionaria, una chiesa, una chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta a ricevere come questa piazza con le faccia aperte a tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, la nostra presenza, il dialogo, l’amore. E se mi permettono anche una parola, un saluto a tutti, in modo particolare a Perù. Un popolo fedele ha accompagnato dal suo Vescovo, ha condiviso la sua fede, tanto, tanto, essendo chiesa fedele di Cristo.
A tutti voi fratelli e sorelle di Roma, di Italia, di tutto il mondo, vogliamo essere una chiesa sinodale, una chiesa che cammina, una chiesa che cerca sempre la pace, cerca sempre la carità, cerca sempre di essere vicino, specialmente a coloro che soffrono. Oggi il giorno della supplica alla Madonna di Pompei. Nostra madre Maria vuole sempre camminare con noi, stare vicino, aiutarci con la sua intercessione, il suo amore. Allora vorrei pregare insieme a voi.
Preghiamo insieme per questa nuova missione, però per tutta la Chiesa, per la pace nel mondo, e chiediamo questa grazia speciale di Maria, nostra madre".
Le prime parole del nuovo Pontefice sono state un saluto di pace: «La Pace sia con tutti voi». Un’espressione semplice ma carica di significato, che richiama il saluto del Cristo Risorto, il «buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio». Leone XIV ha voluto che questo saluto entrasse nel cuore di ogni persona, in ogni famiglia e in ogni angolo della terra, sottolineando che si tratta di «una pace disarmata e disarmante, umile e perseverante», proveniente da Dio e dal suo amore incondizionato.
Questo richiamo alla pace non è solo un augurio, ma un vero e proprio programma di pontificato. La pace di cui parla il Papa è una pace attiva, che richiede impegno, dialogo e costruzione di ponti tra i popoli. La sua definizione di pace come «disarmata e disarmante» invita a superare le divisioni e i conflitti con umiltà e perseveranza, valori che saranno certamente al centro della sua azione pastorale.
Un elemento centrale del discorso è la chiara continuità con il pontificato di Papa Francesco. Leone XIV ha ricordato «la voce debole ma sempre coraggiosa di Papa Francesco che benediva Roma», citando la benedizione pasquale che il suo predecessore ha dato al mondo intero. Con queste parole, il nuovo Papa ha voluto sottolineare che il suo ministero si inserisce in un cammino già tracciato, fatto di coraggio, umiltà e attenzione ai più bisognosi.
Il ringraziamento a Papa Francesco e ai cardinali che lo hanno scelto è un gesto di grande umiltà e riconoscenza, che rafforza il senso di unità e di continuità nella guida della Chiesa.
Leone XIV ha invitato tutti a «costruire ponti, con il dialogo, con l’incontro», per diventare «un solo popolo sempre in pace». Questo appello alla comunione e all’unità è uno dei messaggi più forti del discorso, che richiama il concetto di Chiesa sinodale, capace di camminare insieme e di ascoltare le diverse voci della comunità cristiana e del mondo.
Il Papa si definisce «un figlio di Sant’Agostino», citando la celebre frase agostiniana «Con voi sono cristiano e per voi vescovo», che sottolinea la sua vocazione a servire la Chiesa con dedizione e amore. Questo richiamo alle radici spirituali indica anche la volontà di un pontificato che sappia coniugare tradizione e rinnovamento.
Leone XIV ha ribadito l’impegno della Chiesa a essere «sempre vicina agli ultimi», una linea che prosegue quella di Papa Francesco e che pone al centro la carità, la giustizia e la solidarietà. Il Papa ha sottolineato la necessità di una Chiesa missionaria, aperta al dialogo e pronta ad accogliere tutti con amore e presenza concreta.
Un saluto speciale è stato rivolto al popolo del Perù, terra in cui il nuovo Papa ha svolto gran parte del suo ministero pastorale. Questo legame personale con l’America Latina rappresenta un ponte tra culture e realtà diverse, a conferma della vocazione universale della Chiesa.
Il discorso si è concluso con un invito alla preghiera, in particolare alla Madonna di Pompei, «nostra madre Maria» che «vuole sempre camminare con noi, stare vicino, aiutarci con la sua intercessione». Questo momento di preghiera comune sottolinea la dimensione spirituale e comunitaria del pontificato, che si apre con un appello alla grazia divina per guidare la Chiesa e il mondo verso la pace.