Elon Musk non smette di far parlare di sé, soprattutto quando si tratta del destino dell’umanità.
Non è la prima volta che parla di una fine funesta del pianeta Terra. In una recente dichiarazione, il fondatore di SpaceX ha ribadito la sua convinzione: il Sole, un giorno, distruggerà la Terra.
Per questo motivo, secondo Musk, è fondamentale accelerare i piani per colonizzare Marte e trasformare l’uomo in una specie multiplanetaria. Una visione a dir poco futuristica.
Elon Musk e Marte è ormai un binomio che conosciamo bene. L'imprenditore visionario, a capo di SpaceX e di Tesla non ha mai nascosto la sua ambizione, anzi la sua ossessione: trasformare l'umanità in una specie multi-planetaria, che stabilisca una colonia stabile e autosufficiente su Marte.
Un sogno che coltiva da anni e che, periodicamente, torna ad esporre all'umanità con nuovi dettagli e tempistiche.
Di recente, in un'intervista a Fox News, Musk ha ribadito nuovamente questo obiettivo. La missione si chiama "Occupy Mars" di SpaceX ed è stato descritto come un passo fondamentale per il futuro della nostra civiltà.
"Non si tratta di andare su Marte per visitarlo una volta sola," ha spiegato, "ma di rendere la vita multiplanetaria in modo da poter espandere la portata e la scala della coscienza per comprendere meglio la natura dell'universo".
Ma c'è di più: Musk vede la colonizzazione marziana anche come una garanzia per la sopravvivenza a lungo termine dell'umanità, "nell'eventualità, auspicabilmente improbabile, che accada qualcosa di terribile sulla Terra e che la coscienza continui a esistere su Marte".
Marte, secondo Musk, rappresenta l'unica "assicurazione sulla vita collettiva".
Secondo il miliardario la Terra, nel giro di "centinaia di milioni di anni", finirà incenerita dal Sole, che si sta gradualmente espandendo. "Prima o poi, tutta la vita sulla Terra sarà distrutta", ha affermato, ribadendo quanto sia importante diventare una civiltà multi-planetaria. Ha anche stimato che abbiamo circa 450 milioni di anni "prima che faccia così caldo che la vita diventi impossibile" sul nostro pianeta natale.
Le previsioni di Musk sono cambiate durante gli anni. Attualmente, ipotizza un atterraggio senza equipaggio già nel 2026, con i primi umani a seguire prima della fine del decennio, indicando il 2029 come la data più probabile per il primo sbarco.
Questa non è la prima scadenza che Musk si prefigge. Già nel 2011, aveva dichiarato con sicurezza che avrebbe inviato un uomo su Marte entro dieci anni, un traguardo poi slittato, come ammesso nel 2022 quando ha rivelato di aver posticipato i suoi piani.
Raggiungere Marte, tuttavia, è un'impresa titanica, e Musk ne è consapevole. Rispondendo su X (precedentemente Twitter) a Pranay Pathole, un esperto di tecnologia, Musk ha ammesso di essere ancora "nelle fasi iniziali".
La priorità assoluta, ha spiegato, è rendere il sistema di lancio Starship affidabile per raggiungere l'orbita e, soprattutto, garantire la "piena e immediata riutilizzabilità di entrambi gli stadi" del razzo. Senza questo fondamentale passo tecnologico, i sogni marziani non potranno realizzarsi.
Le tempistiche di Musk si avvicinino molto a quelle della NASA. L'agenzia spaziale statunitense, infatti, punta a inviare i suoi primi astronauti su Marte più o meno nello stesso periodo, intorno agli anni '30 del 2000. La corsa verso il Pianeta Rosso, quindi, potrebbe vedere più protagonisti.
A metà marzo Musk ha scritto in un post sulla sua piattaforma social X che alla fine del 2026 la SpaceX Starship partirà per il pianeta rosso con a bordo Optimus, il robot umanoide di Tesla.
Resta da vedere se il sogno di una colonia umana sul Pianeta Rosso si avvererà o meno.