Il 25 maggio segnerà la conclusione di uno dei cicli più gloriosi nella storia del Real Madrid. Quel giorno, Carlo Ancelotti saluterà definitivamente la panchina dei Blancos, lasciando un'eredità ricca di successi, stile ed eleganza. Dopo aver guidato il club alla conquista di quindici trofei, ora conclude ufficialmente la sua avventura in uno dei club a cui è più legato.
Nel frattempo, il Real Madrid ha già delineato il futuro: a prendere il timone sarà Xabi Alonso, reduce da un trionfale percorso al Bayer Leverkusen, culminato nella vittoria della Bundesliga, della Coppa di Germania e della Supercoppa. Dopo il confronto tra Ancelotti e la dirigenza madrilena, avvenuto in seguito alla sfida di Champions contro l’Arsenal, è stato deciso di concludere il rapporto nel migliore dei modi. Si chiude dunque un capitolo, ma se ne apre subito un altro, altrettanto affascinante. Ma prima di proiettarci nel futuro, vale la pena chiedersi: cosa ha vinto Xabi Alonso con la maglia del Real Madrid?
Durante la sua permanenza al Real Madrid, Xabi Alonso è stato molto più di un regista davanti alla difesa. È stato un leader silenzioso, intelligente, capace di leggere le partite come pochi altri. Con la camiseta blanca, lo spagnolo ha vinto tutto ciò che si poteva vincere: la Champions League nella stagione 2013-14, una Liga nel 2011-12, due Coppe del Re (2011 e 2014), una Supercoppa di Spagna nel 2013. Un palmarès da fuoriclasse, che testimonia la sua importanza in una squadra che in quegli anni aveva bisogno di equilibrio e visione.
Ma il suo curriculum non si esaurisce a Madrid. Alonso è uno dei calciatori più titolati della sua generazione: ha vinto un Mondiale (2010) e due Europei consecutivi (2008 e 2012) con la nazionale spagnola, oltre a una Champions League anche con il Liverpool nel 2005. La sua carriera da giocatore è stata una lunga serie di trionfi, che oggi sembra voler replicare anche in panchina.
In un momento di transizione delicato, in cui è necessario sostituire un monumento come Carlo Ancelotti, il Real Madrid ha scelto un profilo in linea con la propria identità. Il tecnico spagnolo conosce la casa, conosce la pressione, e conosce la mentalità vincente che a Valdebebas non è mai opzionale, ma obbligatoria. La sua crescita come allenatore è stata metodica e progressiva: prima alla Real Sociedad B, poi al Bayer Leverkusen, dove ha stupito tutti con un calcio moderno, equilibrato e spregiudicato al tempo stesso.
Il Real Madrid non cerca solo un allenatore vincente, ma un leader capace di portare avanti una visione. E Alonso, con la sua intelligenza tattica e il suo carisma misurato, sembra possedere tutte le qualità necessarie per farlo. Inoltre, ha già dimostrato di saper gestire gruppi complessi e valorizzare giovani talenti, una qualità essenziale per il Real del futuro, che punta sempre più sulla linea verde.
La fine dell’era Ancelotti non sarà un commiato amaro, ma una festa. Il tecnico italiano lascerà il club nel pieno del rispetto e della gratitudine reciproca, con la possibilità di chiudere con un altro titolo se la Liga sorriderà ai Blancos. Il Real Madrid, dal canto suo, guarda avanti con ambizione e lucidità, pronto a consegnare le chiavi della squadra a uno degli ex più amati e stimati del momento.
Il 25 maggio, quindi, sarà una data simbolica: il passato che si congeda, il futuro che prende forma. Il Bernabéu saluterà Ancelotti con un tributo all’altezza della sua leggenda, mentre preparerà l’abbraccio per un nuovo condottiero, chiamato a scrivere un altro capitolo di gloria. Con Xabi Alonso alla guida, il Real Madrid spera di continuare a vincere, ma anche di rinnovarsi. E questa, a Madrid, è forse la sfida più difficile di tutte.