Jacopo Rampini è un attore e scrittore italiano naturalizzato statunitense, noto sia per il suo talento artistico che per il suo cognome: è infatti figlio di Federico Rampini, uno dei più celebri giornalisti e saggisti italiani. La sua storia personale e professionale si intreccia con quella di una famiglia cosmopolita, tra Roma, Parigi, San Francisco e New York, e racconta il percorso di un artista che ha saputo costruire la propria identità al di là delle aspettative e delle ombre paterne.
Jacopo Rampini è nato a Roma il 17 agosto 1986, sotto il segno del Leone. Cresciuto in una famiglia di grande apertura internazionale, ha vissuto parte dell’infanzia e dell’adolescenza tra l’Italia, gli Stati Uniti e la Francia. La sua formazione multiculturale si riflette sia nella padronanza di tre lingue sia nella capacità di muoversi con disinvoltura tra diversi contesti artistici e geografici.
Il padre di Jacopo, Federico Rampini, è uno dei giornalisti italiani più noti a livello internazionale: editorialista, autore di numerosi libri e a lungo corrispondente dagli Stati Uniti, dalla Cina e da altre capitali mondiali per testate come “la Repubblica” e il “Corriere della Sera”. La madre, Stefania, è una figura più riservata, di cui si conosce poco pubblicamente. Jacopo ha una sorella, Costanza, docente universitaria di scienze ambientali in California, a conferma di una famiglia fortemente orientata verso la cultura e la ricerca.
Dopo aver vissuto a San Francisco e Parigi, Jacopo si laurea in lettere e filosofia alla Sorbona di Parigi. In seguito, grazie a una borsa di studio, si trasferisce negli Stati Uniti dove studia recitazione all’American Conservatory Theatre di San Francisco e all’American Academy of Dramatic Arts di New York, proseguendo poi la formazione allo Stella Adler Studio of Acting. Nel 2016 consegue un master presso l’Accademia Teatro alla Scala e il Politecnico di Milano.
Jacopo vive attualmente a New York, città dove ha costruito gran parte della sua carriera artistica e dove si divide tra teatro, cinema e televisione. Sulla sua vita sentimentale mantiene grande riservatezza: non risultano informazioni pubbliche su relazioni o figli, e anche sui social network si mostra molto attento a separare la sfera privata da quella professionale.
Il debutto teatrale di Jacopo Rampini avviene nei teatri Off-Broadway di Manhattan e Brooklyn, per poi recitare al festival di Williamstown in “Casa di bambola” di Ibsen con la regia di Sam Gold. Nel 2014 arriva il primo ruolo televisivo di rilievo: interpreta il giovane Stalin nella serie “World Wars – Il mondo in guerra” per History Channel. Da qui inizia una carriera internazionale che lo porta a lavorare in importanti serie americane come “Law & Order”, “FBI” e “Catch-22” diretta da George Clooney.
In Italia si fa conoscere al grande pubblico grazie al ruolo nella serie “I Medici” su Netflix, dove recita accanto a Dustin Hoffman, Brian Cox e Richard Madden. Nel 2019 co-produce e interpreta il film “Essere Leonardo da Vinci” distribuito da Rai Cinema. Tra le sue esperienze recenti ci sono anche la partecipazione a “That Dirty Black Bag”, serie western girata tra Italia e Spagna, e il film “Il ladro di stelle cadenti” presentato al Festival di Taormina nel 2024.
Oltre alla recitazione, Jacopo è anche autore: nel 2016 scrive e interpreta “Visuality” al Queens Theatre di New York e nel 2017 firma “Trump Blues o L’età dell’oro” insieme al padre Federico, presentato al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Nel 2025 padre e figlio pubblicano insieme il romanzo “Il gioco del potere” per Mondadori, che affronta il tema dei rapporti generazionali e delle sfide geopolitiche tra Usa e Cina.
Jacopo Rampini rappresenta la sintesi di due mondi: quello italiano, con le sue radici culturali e familiari, e quello americano, dove ha trovato la sua dimensione artistica e personale. Il suo percorso dimostra come sia possibile costruire una carriera internazionale partendo da solide basi culturali e familiari, ma anche sapendo emanciparsi dall’ombra di un cognome importante. La sua vita, tra teatro, cinema, scrittura e collaborazione con il padre, racconta la storia di un artista cosmopolita, curioso e capace di reinventarsi, sempre in bilico tra due sponde dell’Atlantico.