10 May, 2025 - 10:26

Pensione anticipata: perché non conviene, soprattutto alle donne

Pensione anticipata: perché non conviene, soprattutto alle donne

Le pensioni anticipate convengono sempre meno, e a pagarne le conseguenze sono soprattutto le donne.

I cittadini scelgono sempre meno questi strumenti e preferiscono attendere il compimento degli anni per soddisfare i requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia.

Lo si nota chiaramente nei dati diffusi dall'Inps sulle pensioni concesse nei primi tre mesi del 2025.
Analizzando i dati, cerchiamo di capire perché la pensione anticipata non conviene alle donne.

Perché i cittadini scelgono poco la pensione anticipata

Le pensioni anticipate sono sempre meno scelte dai cittadini e, rispetto agli anni precedenti, continuano a calare. Infatti, i dati dell’Inps parlano chiaro: tra il mese di gennaio e il mese di marzo 2025, sono state solo 54.000, registrando un calo del 23% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Nel primo trimestre del 2025, l’Istituto ha erogato complessivamente 194.582 nuove pensioni, con un importo medio mensile pari a 1.237 euro, in lieve aumento rispetto ai 1.229 euro registrati nello stesso periodo del 2024.

Questi assegni includono non solo le pensioni di vecchiaia e anticipate, ma anche altre prestazioni previdenziali, spesso cumulabili tra loro.

Per quanto riguarda le pensioni anticipate, ne sono state liquidate oltre 26.000 nel settore privato, con un calo del 19% rispetto all’anno precedente. Si tratta di una flessione più contenuta, ma comunque rilevante.

Più marcato, invece, il crollo nel comparto pubblico: le pensioni anticipate sono diminuite di quasi il 34%, scendendo a poco più di 8.000 unità.

Perché la pensione anticipata penalizza le donne

Dal rapporto dell'Inps, emerge un aspetto molto importante che fotografa la situazione del Paese: la differenza più significativa, marcata e persistente tra le pensioni degli uomini e delle donne. Il gender pay gap non si ferma di certo alle buste paga, ma va anche oltre.

Se un lavoratore andato in pensione tra gennaio e marzo 2025 ha percepito mediamente un assegno da 1.486 euro, una lavoratrice, nello stesso periodo, ha ricevuto solo 1.011 euro. Una differenza significativa, evidente e ingiustificata di 450 euro al mese: il 32% (circa).

Sempre meno uscite anticipate: il Governo punta su altro

Il tema della riforma delle pensioni continua a suscitare molte discussioni e preoccupazioni. Ovviamente, il secondo sentimento è più forte tra i cittadini, giovani e meno giovani, che sono prossimi o meno alla pensione.

I governi, di destra o di sinistra, hanno sempre parlato del tema delle pensioni, pensando a molte strategie per una riforma giusta.

Chi ha promesso di superare la Legge Fornero, chi di portare le pensioni minime a 1000 euro: entrambe le promesse non sono mai state realizzate.

La riforma della previdenza sociale non è stata portata avanti principalmente per esigenze di finanza pubblica. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha sostenuto una linea improntata al rigore di bilancio, un approccio prudente che ha anche favorito un miglioramento del giudizio delle agenzie di rating sul debito del Paese.

Per raggiungere questi risultati sul piano dei conti pubblici, il governo ha rinunciato o ridimensionato significativamente le principali misure che consentivano il pensionamento anticipato.

Le cosiddette Quote (100, 101, 102 e 103) sono passate in (qualche modo) in secondo piano, fortemente ridotta l’accessibilità a Opzione Donna, ora riservata a una platea molto più ristretta, e limitata anche l’Ape Sociale, che ha subito ulteriori restrizioni nei requisiti di accesso.

A cosa punta il Governo? Le opzioni sul tavolo sono tante, ma si sta spingendo tanto verso la previdenza complementare, in modo tale da far convergere e sostenersi a vicenda i due pilastri del sistema previdenziale italiano, garantendo ai cittadini pensioni più alte e consone a un tenore di vita adeguato.

Conclusioni

Le pensioni anticipate sono sempre meno scelte, soprattutto dalle donne, a causa di un persistente divario salariale e di una riduzione delle misure a favore del pensionamento anticipato.

Il governo si sta orientando verso la previdenza complementare come soluzione per garantire pensioni più alte e sostenibili. Tuttavia, le disuguaglianze tra i generi e la difficoltà di accesso alle pensioni anticipate rimangono sfide cruciali. Un'ulteriore riflessione è necessaria per migliorare l'equità e l'adeguatezza del sistema previdenziale.

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Sara Bellanza
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