In Atalanta-Roma si è consumata l'ennesima polemica sulla gestione controversa del Var: uno degli episodi più discussi della serata è avvenuto nel primo tempo, quando Sozza ha fischiato un fallo in area a favore dei giallorossi per un contatto tra Pasalic e Koné. L’arbitro non ha avuto dubbi e ha subito indicato il dischetto, concedendo un rigore che, a prima vista, sembrava netto. È poco più avanti che è arrivato l’intervento del VAR e un’attenta revisione al monitor (OFR), la decisione è stata clamorosamente ribaltata e il rigore revocato.
Nel post partita Claudio Ranieri, tecnico della Roma, ha manifestato tutta la sua frustrazione davanti alle telecamere, sollevando dubbi non solo sulla dinamica dell’azione, ma soprattutto sul criterio con cui il VAR interviene in queste situazioni. Il rigore c’era davvero? L’episodio ha diviso tifosi ed esperti, alimentando un dibattito destinato a proseguire.
A chiarire la dinamica ci hanno pensato le immagini e la successiva analisi dell’AIA. Pasalic, effettivamente, prova a intervenire in scivolata per ostacolare Koné, che sta puntando dritto verso la porta. In presa diretta il contatto appare evidente, ma la moviola mostra chiaramente che tra le gambe del giocatore atalantino e quelle del romanista c’è una distanza di almeno trenta centimetri nel momento decisivo.
Koné, per effetto della sua corsa, finisce addosso a Pasalic, ma senza che vi sia un reale contatto provocato dal difendente. Per questo motivo, il VAR è intervenuto per correggere quella che viene classificata come “chiara e evidente svista”, nel pieno rispetto del protocollo.
Ranieri, però, non ha centrato la sua rabbia sull’interpretazione del contatto, quanto piuttosto sulle modalità di intervento del VAR: secondo lui, se l’arbitro ha visto e valutato l’episodio in tempo reale, il VAR non dovrebbe modificare il verdetto se non in casi davvero inequivocabili. Il tecnico ha denunciato una certa incoerenza nel comportamento della tecnologia nel corso del campionato, dove, a suo dire, l’intervento del VAR sarebbe troppo discrezionale e variabile da partita a partita.
Non si è fatta attendere la risposta dell’Associazione Italiana Arbitri. Il presidente Carlo Zappi ha espresso rammarico per le parole di Ranieri, pur riconoscendone il valore umano e professionale. Ha ribadito che la decisione tecnica è stata condivisa dal designatore Gianluca Rocchi e che verrà ulteriormente illustrata nella prossima puntata di Open VAR.
Secondo l’AIA, l’intervento di Pasalic non configura fallo, e il rigore inizialmente concesso era frutto di un errore che il VAR ha correttamente corretto. Zappi ha inoltre sottolineato che anche la stampa sportiva nazionale ha riconosciuto la bontà della decisione arbitrale. Ha poi fatto un appello alla responsabilità collettiva, ricordando che in un momento così delicato della stagione, è fondamentale che allenatori, dirigenti, arbitri e media agiscano con equilibrio. Le parole dette nei grandi stadi, ha affermato, si riverberano anche nei campi di provincia, alimentando talvolta tensioni che possono sfociare in episodi di violenza.
L’episodio di Atalanta-Roma è solo l’ultimo di una lunga serie di momenti controversi che hanno caratterizzato questa stagione di Serie A. Il caso del rigore assegnato e poi tolto ha riaperto un dibattito mai sopito sull’uso del VAR, sulla coerenza delle sue applicazioni e sulla trasparenza delle decisioni arbitrali.
La reazione di Ranieri, per quanto comprensibile nel contesto della frustrazione post-gara, rischia però di alimentare un clima già carico di tensione. Le parole del presidente dell’AIA ricordano l’importanza del rispetto reciproco, elemento fondamentale in un calcio che sta cercando di trovare un difficile equilibrio tra innovazione tecnologica e interpretazione umana. L’augurio è che il confronto resti sempre costruttivo, per il bene del gioco e della sua credibilità.