Jannik Sinner è tornato al meglio: dopo tre mesi lontano dal circuito per una squalifica che lo ha tenuto ai box, il numero uno del mondo si è ripresentato agli Internazionali BNL d’Italia con l’autorità del numero uno al mondo. Nei quarti di finale ci è arrivato battendo l'argentino Francisco Cerundolo con il punteggio di 7-6, 6-3, al termine di un match combattuto durato oltre due ore. Una prestazione di spessore, concreta nei momenti decisivi e lucida nelle scelte tattiche.
Sinner ha gestito bene le fasi delicate del primo set, vinto al tiebreak, e poi ha dominato nel secondo parziale, dimostrando un’evidente superiorità. Ma c'è un dettaglio che rende il suo cammino romano ancora più sorprendente: la terra rossa, tradizionalmente la superficie meno adatta al suo tennis esplosivo. Come mai allora Sinner sta brillando così tanto al Foro Italico?
Fino ad oggi, su tredici titoli vinti in carriera, Sinner ne ha conquistati dodici sul cemento e solo uno sulla terra battuta. Una statistica che parla da sola. Non si tratta solo di numeri, ma di caratteristiche tecniche: il gioco di Sinner si adatta perfettamente alle superfici rapide, dove i suoi colpi piatti, profondi e precisi producono un alto numero di vincenti.
Sulla terra, invece, tutto rallenta. La palla rimbalza più alta, gli scambi si allungano, e ogni punto richiede più fatica fisica e mentale. È quasi un altro sport, per usare le parole di tanti addetti ai lavori. I campi in terra battuta richiedono maggiore pazienza, un diverso approccio tattico e un lavoro fisico più dispendioso. Per questo motivo, i risultati di Jannik sul rosso, fino a oggi, sono stati inferiori rispetto a quelli ottenuti sul veloce. Eppure, nel 2024, qualcosa sta cambiando.
Nel corso di quest’anno, Jannik ha mostrato segnali evidenti di crescita anche sulla superficie che storicamente lo penalizza. I dati raccolti da Tennis Data Innovations e analizzati da Tennis Viz raccontano di un Sinner che, nel 2024, ha migliorato sensibilmente l’efficacia dei suoi colpi sulla terra battuta.
A fare la differenza è soprattutto il diritto: una media di 13,9 vincenti a partita, quasi il doppio rispetto alla media ATP. Il segreto? L’uso tattico del colpo: Sinner non cerca lo scambio prolungato, ma usa il diritto per concludere rapidamente o aprire spazi decisivi. Più di un quarto dei suoi colpi rimbalzano entro un metro dalle righe laterali, segno di un'aggressività controllata e precisa. Inoltre, ha introdotto con successo un nuovo elemento nel suo arsenale: la palla corta.
Nei match giocati nel 2024 ne ha eseguite 29, con solo quattro errori e ben 19 punti conquistati. Anche in difesa ha fatto passi avanti, riuscendo a vincere più punti da posizioni difficili rispetto ai suoi diretti rivali tra i Top 10. Un mix di tecnica, intelligenza tattica e miglioramento atletico che lo sta rendendo competitivo anche dove un tempo faticava.
Il Jannik Sinner visto agli Internazionali d’Italia 2025 è un giocatore più completo, più consapevole e sempre più maturo. Non è più soltanto un talento cristallino capace di dominare sul cemento, ma un tennista che sa adattarsi, evolversi, aggiungere armi al proprio gioco. È questa crescita a rendere concreta la sua candidatura per il titolo a Roma, nonostante la superficie ostica e la pressione di giocare da numero uno davanti al pubblico di casa.
Certo, la terra battuta resta un campo minato: più faticosa, più lenta, meno adatta al suo stile. Ma Sinner ha imparato a non temerla, anzi a piegarla al proprio talento. Se continuerà così, potrà davvero infrangere un tabù che dura dal 1976: vedere un italiano trionfare in singolare maschile al Foro Italico. Roma può crederci. E con Sinner in campo, può anche sognare.