Domenico Iannacone è una delle voci più autorevoli e riconosciute del giornalismo d’inchiesta italiano, noto per il suo stile rigoroso e profondamente umano nel raccontare le fragilità e le contraddizioni della società. La sua carriera, costellata di premi e riconoscimenti, si intreccia con una vita privata vissuta con grande riservatezza.
Domenico Iannacone nasce il 7 aprile 1962 a Torella del Sannio, un piccolo comune in provincia di Campobasso, nel cuore del Molise. Cresciuto in una realtà provinciale, Iannacone ha sempre mantenuto un forte legame con le sue origini molisane, che spesso emergono nella sensibilità con cui affronta i temi sociali e le storie degli ultimi.
Nonostante la notorietà, Iannacone è estremamente riservato sulla propria vita privata. È stato sposato con Federica Gentile, nota conduttrice e autrice radiofonica, oggi direttrice artistica di Radio Zeta. Dal loro matrimonio, ormai concluso, è nata una figlia, Nicole.
Entrambi hanno scelto di non esporre la loro famiglia alla luce dei riflettori e sui social non compaiono immagini della loro vita privata. Le ragioni della separazione non sono mai state rese pubbliche, a conferma della volontà di mantenere un profilo basso su tutto ciò che riguarda la sfera personale.
Dopo gli studi, Iannacone muove i primi passi nel giornalismo sulle testate locali molisane, come il Corriere del Molise e Il Quotidiano del Molise, dove si occupa di cultura, spettacolo, cronaca e politica. La sua crescita professionale lo porta a diventare caporedattore dell’emittente locale TRC, esperienza che gli permette di affinare le tecniche di racconto e inchiesta.
Nel 2001 entra in Rai, collaborando al magazine Okkupati su Rai 3. Dal 2004 al 2008 è inviato per Ballarò, storico talk show di Giovanni Floris, e nel 2007 lavora anche per W l’Italia di Riccardo Iacona. Parallelamente, realizza documentari di grande impatto sociale, come Grammatica di un terremoto (2002), dedicato alla tragedia di San Giuliano di Puglia, e Vacanze d’Italia (2008).
Iannacone si distingue per la sua capacità di raccontare le periferie, le ingiustizie e le storie dimenticate. Tra il 2008 e il 2013 vince ben cinque volte il Premio Ilaria Alpi per il miglior reportage italiano lungo, grazie a inchieste come Il Terzo Mondo (sul quartiere Scampia di Napoli), Il Progetto (sull’elusione delle leggi e la sicurezza), Evasori (sull’evasione fiscale) e La Terra dei Fuochi.
Nel 2015 riceve il Premio Paolo Borsellino per l’impegno contro le mafie e nel 2017 il Premio Goffredo Parise per il reportage La rivoluzione industriale. Il documentario Lontano dagli occhi gli vale anche prestigiosi riconoscimenti internazionali, tra cui il Civis Media Prize di Berlino e il Real Screen Awards di Los Angeles.
Nel 2013 crea e conduce I dieci comandamenti, programma di approfondimento che per sette stagioni racconta l’Italia attraverso storie di ordinaria resistenza, legalità e dignità umana. Dal 2019 è al timone di Che ci faccio qui, docu-reality tra i più seguiti di Rai 3, in cui Iannacone continua a indagare le realtà più fragili e dimenticate del Paese, spesso nel profondo Sud.
Nel 2022 realizza per Rai Radio 2 il podcast Il sillabario delle emozioni e nel 2023 porta in tournée teatrale Che ci faccio qui in scena, trasponendo la sua narrazione televisiva anche sul palco.