Antonello Venditti, uno dei più celebri cantautori della "scuola romana", è nato l'8 marzo 1949 a Roma nel quartiere Trieste. Figlio unico di una coppia della media borghesia romana, la sua infanzia e adolescenza sono state fortemente segnate dal rapporto con i genitori, Vincenzo Italo e Wanda Sicardi. Chi erano veramente le figure genitoriali che hanno plasmato uno dei più grandi interpreti della musica d'autore italiana?
Vincenzo Italo Venditti era originario del Molise, precisamente di Campolieto, in provincia di Campobasso. Uomo di notevole prestigio professionale, ha dedicato la sua vita al servizio dello Stato italiano come funzionario pubblico, raggiungendo l'importante carica di viceprefetto di Roma. La sua carriera nell'amministrazione pubblica lo ha tenuto spesso lontano dalla famiglia, come ricordato dallo stesso cantautore:
Vincenzo era anche un veterano della Seconda guerra mondiale, durante la quale aveva subito una ferita significativa. Come racconta il figlio nella canzone "Mio padre ha un buco in gola", un proiettile gli rimbalzò sulla fibbia della cinta finendo per conficcarsi nella sua gola, lasciandogli una cicatrice permanente che divenne un elemento distintivo della sua persona.
Nonostante la sua figura austera e spesso assente, il padre ha avuto un ruolo importante anche nella carriera musicale del figlio, diventando l'amministratore dei suoi primi guadagni. Vincenzo Italo Venditti è deceduto nel 1999, quando Antonello aveva quasi cinquant'anni. Nel ricordarlo, il cantautore ha affermato: "È una persona come non ne fanno più", riconoscendogli una statura morale e un'integrità proprie di un'altra generazione.
Wanda Sicardi, romana di nascita, era una professoressa liceale di latino e greco. Donna di cultura e rigore, ha trasmesso al figlio una solida formazione classica, ma anche un rapporto complesso con l'autorità e l'apprendimento. Lo stesso Antonello l'ha descritta come una "mamma professoressa"che trasportava il suo metodo didattico anche all'interno delle mura domestiche.
Fu proprio Wanda a indirizzare il giovane Antonello verso lo studio del pianoforte, strumento che sarebbe diventato centrale nella sua produzione artistica. Tuttavia, il metodo d'insegnamento troppo rigido e l'approccio severo portarono inizialmente il futuro cantautore ad allontanarsi dallo strumento, per poi riscoprirlo con un approccio più personale e libero negli anni successivi.
La signora Wanda è scomparsa il 31 luglio 2007, lasciando nel figlio un'eredità emotiva complessa, fatta di rigore e severità, ma anche di stimoli culturali che hanno contribuito alla sua formazione artistica e umana.
Il rapporto di Antonello Venditti con i genitori è stato caratterizzato da conflitti e tensioni che hanno profondamente influenzato la sua personalità e la sua musica. Con il padre, come ha raccontato lui stesso, c'era "un rapporto sempre molto dialettico, anche forte, che in alcune occasioni è sfociato persino in scontri fisici:
Solo con il passare degli anni, Antonello ha compreso di essere "il proseguimento" di suo padre, riconoscendosi in lui: "Ne porto le stigmate, io sono mio padre". Un'identificazione tardiva che ha permesso al cantautore di fare pace con questa figura complessa e autoritaria.
Ancora più problematica appare la relazione con la madre. In diverse interviste, Venditti ha raccontato di essere stato "bullizzato" dalla madre per il suo aspetto fisico e il suo sovrappeso:
Durante l'adolescenza, infatti, l'artista arrivò a pesare 94 chili, condizione che ha condizionato profondamente la sua autostima e i suoi anni liceali.
Wanda Sicardi è stata descritta dal figlio come una donna che, pur essendo "una buona persona", mancava di empatia. Secondo Antonello, la madre aveva un'idea possessiva di lui:
Questa complessità familiare si riflette anche in alcune sue canzoni, come "Mio padre ha un buco in gola", dove con sarcasmo descrive entrambi i genitori: la madre professoressa che "mi ha dato sempre 4 anche se mi voleva bene" e il padre con la sua ferita di guerra.