Una notte da incorniciare al Madison Square Garden, dove i New York Knicks hanno firmato una prestazione memorabile eliminando i campioni in carica dei Boston Celtics con un clamoroso 119-81 in gara 6. Un risultato roboante che non lascia spazio a interpretazioni: i Knicks volano in finale di Eastern Conference con pieno merito, chiudendo la serie sul 4-2.
L’atmosfera è elettrica, la città esplode di gioia: è una vittoria storica per una franchigia affamata di successi e che ora vede a portata di mano il sogno delle Finals NBA. Ma da quanto tempo i Knicks non si spingevano così lontano nei playoff? L’attesa è stata lunghissima.
Per ritrovare i Knicks in una finale di Eastern Conference bisogna fare un viaggio indietro nel tempo. L’ultima volta fu nel 2000, ben 25 anni fa, quando la squadra allora guidata da Jeff Van Gundy e con Patrick Ewing a fare da faro affrontò la sfida decisiva per accedere alle Finals NBA.
In quell’occasione, però, la corsa si fermò proprio a un passo dal traguardo più ambito. Da allora, tra ricostruzioni infinite, scelte discutibili e un ciclo sportivo mai veramente decollato, New York ha vissuto stagioni altalenanti, raramente da protagonista, candendo in un limbo quasi eterno, incapace di risalire la china.
Oggi, con una squadra solida, coesa e affamata, i Knicks tornano a giocarsi l'accesso alle Finals. A contendergli il posto saranno gli Indiana Pacers, proprio come in quella lontana primavera del 2000: un incrocio suggestivo, quasi scritto dal destino.
Il match che ha sancito l’eliminazione dei Celtics è stato senza storia. Dopo un primo quarto relativamente equilibrato, chiuso con i Knicks avanti 26-20, la squadra di coach Tom Thibodeau ha piazzato un devastante parziale di 38-17 nel secondo periodo che ha letteralmente spezzato le gambe agli avversari.
A quel punto, con un vantaggio già oltre i 20 punti, la gara è diventata una passerella per New York. Tutto il quintetto ha chiuso in doppia cifra: 23 punti a testa per OJ Anunoby (con 9 rimbalzi) e Jalen Brunson, 21 punti e 12 rimbalzi per Karl-Anthony Towns, e una sontuosa tripla doppia di Josh Hart con 10 punti, 11 rimbalzi e 11 assist.
I Celtics, orfani di Jayson Tatum per la rottura del tendine d’Achille e con un Kristaps Porzingis a mezzo servizio, non sono mai riusciti a entrare davvero in partita, tirando con un misero 36% dal campo e un deludente 30% da tre. Non sono bastati i 20 punti di Jaylen Brown per evitare una disfatta che resterà nella memoria dei tifosi biancoverdi.
Il trionfo dei Knicks non è solo sportivo, ma anche simbolico. Dopo anni passati a guardare le stelle da lontano, New York torna al centro del palcoscenico NBA con una squadra che unisce talento, organizzazione e spirito di sacrificio.
“È una grande vittoria, ma dobbiamo farci trovare pronti: Indiana è una squadra terrificante”, ha dichiarato coach Thibodeau ai microfoni di ESPN. “Sono nuovo qui, ma ho già capito quanto gli sport siano vissuti intensamente in questa città”, ha aggiunto un entusiasta Mikal Bridges. La serie contro i Pacers si preannuncia infuocata, anche per via dei tanti rimandi al passato: era il 2000, sempre Knicks contro Pacers, sempre con una finale NBA in palio.
Oggi molte cose sono cambiate, ma il desiderio è lo stesso: riportare il Larry O’Brien Trophy a New York, per fare ancora la storia dopo 25 anni e ritornare a sognare nell'Olimpo del basket.