L'attacco aereo statunitense del 21 giugno contro siti nucleari iraniani – tra cui Fordow, Natanz e Isfahan – ha segnato un punto di non ritorno nel conflitto tra Iran e Israele. Coordinato con le forze israeliane, il raid ha impiegato bombardieri B-2 Spirit e bombe "buster bunker" per colpire infrastrutture strategiche.
La risposta iraniana non si è fatta attendere: Teheran ha definito l'azione "un atto di guerra pericoloso" e ha rivendicato il "legittimo diritto di resistere con tutti i mezzi necessari". Questa escalation militare ha immediate ripercussioni sulla sicurezza italiana, con il governo che ha innalzato le misure di protezione contro possibili attentati terroristici.
L'intelligence europea ha lanciato un allarme chiaro: il conflitto mediorientale potrebbe scatenare una "risposta asimmetrica" dell'Iran sul territorio europeo. Fonti di sicurezza individuano due principali vettori di minaccia:
I potenziali obiettivi includono:
Claude Moniquet, esperto di sicurezza, sottolinea: "L'Iran è uno Stato terrorista che ha attaccato più volte in Europa negli ultimi 40 anni. La possibilità di attivare cellule dormienti è concreta".
L'Italia ha identificato oltre 200 obiettivi sensibili a rischio, con particolare attenzione a:
Il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha confermato: "L'integralismo islamico può colpire gli alleati di Tel Aviv. Sebbene l'Italia sia fuori dalle dinamiche principali, esiste un rischio terrorismo in termini generali".
Antonio Tajani, Ministro degli Esteri, ha aggiunto: "Il rischio c'è sempre, ma l'intelligence italiana è molto attenta e in massima allerta".
Le autorità italiane hanno implementato un piano di sicurezza articolato su tre livelli:
Particolare attenzione è riservata alla prevenzione di attacchi da parte di "lupi solitari" – individui radicalizzati online, difficili da individuare prima dell'azione. Il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi coordina giornalmente gli aggiornamenti operativi con l'intelligence.