C’è chi veste la moda e chi la diventa. Donatella Versace non è solo ‘’la sorella di Gianni’’- è la donna che ha preso un impero spezzato e l’ha trasformato in un mito. Nel 2025, è molto di più di una stilista: è un’icona culturale, emblema della cultura queer e un archetipo eterno del glam.
Gianni Versace non faceva moda, la sognava ad occhi aperti e poi la cuciva addosso al mondo. I suoi abiti non erano tessuti, erano dichiarazioni: di potere, di sesso e di bellezza sfacciata. In un’epoca in cui tutto doveva essere elegante, lui preferiva il rumore: barocco, queer, eccessivo, fiero. Voleva che le donne sembrassero dee greche scese in Terra e ci è riuscito. Le top model non camminavano: levitavano. Naomi, Claudia, Linda, Cindy — il suo Olimpo personale. Ogni uscita, una visione. Ogni collezione, un mondo nuovo. Versace era molto più di un brand: era una religione del bello e Gianni era il suo profeta. Un uomo che metteva la cultura queer in passerella quando nessuno aveva il coraggio. Che vestiva Elton John e la principessa Diana con la stessa delicatezza, lo stesso rispetto Poi, quel giorno del 1997. Tutto sembrava destinato a crollare. Perché per il mondo Gianni era Versace.
Donatella Versace, fino a quel momento era vista soprattutto come ‘’la sorella di’’, è trovata a raccogliere un’enorme eredità. Non è mai stata solo una semplice sostituta. Ha reso il brand Versace non solo un simbolo di lusso e stile, ma lo ha reso ancora più inclusivo ed ha anticipato trend e temi che oggi sono al centro del dibattito culturale. Con un estetica audace, fatta di colori forti, pelli lucide e dettagli in oro ha conquistato una generazione di appassionati di moda.
Donatella non si limita a governare l’eredità di famiglia: la spinge oltre, tirando dentro il presente e il futuro con collaborazioni esplosive. La collaborazione con Dua Lipa ha portato una ventata di freschezza al brand: una collezione che combina il classico glamour di Versace con l’energia vibrante del pop contemporaneo, caratterizzata da colori accesi, paillettes e dettagli streetwear che hanno subito attirato l’attenzione internazionale. Dua lipa non è solo musa, ma vera e propria co-creatrice, incarnando perfettamente quel mix di audacia e sensualità che è il DNA di Versace. E poi c’è Huang Hyunjin, il Principe di Versace. Una superstar del K-pop, giovane, carismatico e capace di portare il brand in territori culturali nuovi, oltre i confini tradizionali della moda occidentale. La sua nomina non è solo simbolica: è un segnale forte di inclusione e globalità, che rende Versace un brand che parla a tutte le generazioni e culture. Hyunjin rappresenta la nuova epoca della moda, dove la diversità è protagonista e l’arte di Donatella è diventata un linguaggio universale.
Il 1° aprile 2025 segna un capitolo nuovo per Versace: Donatella Versace si ritira ufficialmente dalla direzione creativa dopo una carriera leggendaria. A prendere il suo posto è Dario Vitale, un giovane designer con il compito di portare il brand nel futuro, mantenendo l’audacia e l’eleganza che lo hanno reso celebre in tutto il mondo. Questo passaggio di testimone non è una chiusura, ma un nuovo inizio. Donatella resta la guida spirituale e l’ispirazione dietro le quinte, assicurando che l’anima di Versace rimanga intatta mentre il brand evolve con forza e visione contemporanea. Versace continua a essere una potenza globale, pronta a riscrivere le regole della moda sotto una nuova leadership, ma sempre fedele alle sue radici di lusso, inclusione e innovazione.
A cura di Erika Marino