04 Jul, 2025 - 15:09

Violenza tra i giovani: un problema sociale in aumento

In collaborazione con
Margherita Maurich
Violenza tra i giovani: un problema sociale in aumento

Negli ultimi anni si è registrato un aumento preoccupante degli episodi di violenza tra i giovani. Aggressioni fisiche e verbali, spesso rivolte anche contro adulti, stanno diventando sempre più frequenti, contribuendo a un clima di crescente tensione. Le cause sono molteplici e complesse, ma una cosa è certa: l’urgenza di affrontare questo fenomeno come una vera emergenza sociale non può più essere ignorata.

Un fenomeno in crescita

Lo studio ESPAD dell’Epidemiologia e Ricerca sui servizi Sanitari IFC-CNR mostra dati preoccupanti riguardo la violenza tra i giovani. La ricerca del 2024 ha coinvolto 20 mila studenti: i risultati mostrano che almeno il 40,6% dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni ha partecipato almeno a una volta nella vita ad una rissa; il 10,9% ha assistito a scene violente filmate con un cellulare e il 3,4% ha portato con sé armi, coltelli o tirapugni a scuola.

Il bullismo nel mondo digitale

Vivendo nell’era digitale, un altro fenomeno sta avendo una crescita allarmante: il cyberbullismo. L’anno scorso oltre un milione di studenti tra i 15 e i 19 anni ha subito episodi di cyberbullismo. Un dato interessante da analizzare è quello che riguarda gli studenti che sono sia vittime che carnefici: quasi 600 mila studenti ricoprono questo duplice ruolo. La causa può essere l’aggressività che si sviluppa nel tempo delle violenze subite, ma la situazione è molto più complessa. La difficoltà maggiore da contrastare del cyberbullismo è che si attua nello spazio virtuale dove mancano controlli efficaci e tempestivi.

Perché nessuno ha detto o fatto niente?

È la prima domanda che ci si pone quando si leggono notizie di episodi di bullismo. Torniamo indietro nel tempo: anni ’70 del ‘900, Germania  Elisabeth Noelle-Neumann analizza come il Partito Socialdemocratico tedesco vince sia le elezioni del ’65 che del ’72: i mass media avevano bombardato le persone di notizie che lo davano come vincitore influenzando sia gli indecisi che coloro che erano inizialmente contrari. La pressione sociale li ha portati a votare quello che l’opinione pubblica aveva già accettato come vincitore.

L’esperimento di Asch di Solomon Asch

La Neumann, però, non si accontenta e riporta anche l’esperimento di Asch, condotto dallo psicologo polacco Solomon Asch: il partecipante si è trovato circondato da persone complici dello psicologo che rispondevano erroneamente ma concordi su quale fosse la linea uguale a quella di riferimento. Nella maggior parte dei casi il partecipante, chiamato a rispondere tra gli ultimi, rispondeva in maniera scorretta.

La lungimiranza di Elisabeth Noelle-Neumann

Cosa mostra la Teoria della Spirale del Silenzio? Evidenzia come le persone che non concordano con la maggioranza si adattino per la paura dell’isolamento. La pressione sociale unita all’avvento dei mass media ha amplificato questo fenomeno: ci si conforma all’opinione pubblica o si evita di esporsi per non diventare degli emarginati. 

Giovani che vivono situazioni di disagio

La famiglia può far la differenza. Un ambiente familiare caratterizzato da litigi e violenza porta il giovane ad apprendere tali comportamenti e a rifletterli al di fuori dell’ambiente domestico. La trascuratezza, l’aggressività, la mancanza di comunicazione e attenzione sono degli elementi che creano un disagio inespresso nei ragazzi. Da tenere in considerazione, anche, il fatto che secondo i dati ISTAT sono 5,7 milioni le persone in povertà assoluta, tra cui i più colpiti sono le famiglie con minori, giovani e stranieri.

Un ambiente scolastico poco preparato

Il sistema scolastico fatica sempre più a gestire i conflitti tra gli studenti. La situazione di precariato dei docenti, la mancanza di personale adeguatamente formato e di spazi di ascolto influiscono negativamente sulla questione.

L’effetto dei Mass Media

Serie televisive sempre più violente, film sanguinosi, libri che idealizzano la figura del criminale e, infine, video pubblicati sui social dove si ride o, addirittura, ci si vanta quando qualcuno viene aggredito. Il mondo di oggi ha assimilato e normalizzato la violenza. I giovani esposti sono bombardati da notizie negative, talmente tanto che non ne risentono più. Anche la musica ha un ruolo primario: i testi delle nuove generazioni si spingono sempre più al limite e l’aggressività degli artisti è pubblicizzata ovunque. I maranza incarnano questo nuovo modello proposto: gruppi di ragazzi strafottenti, che si vestono in un certo modo e sfidano il mondo con comportamenti pericolosi.

Un problema che richiede un intervento immediato

La violenza tra i giovani è un sintomo di un problema più ampio: il disagio dei giovani d’oggi richiede ascolto ed interventi strutturati e concreti. Rispondere alla violenza con la violenza non è mai la soluzione. Si necessita di comprendere l’origine di questi comportamenti e lavorare con tutti gli elementi sociali che li influenzano: scuola, famiglia e, anche, i social.

A cura di Margherita Maurich

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