04 Jul, 2025 - 15:25

La stagione dei tormentoni è ancora viva?

In collaborazione con
Jessica Mirabello
La stagione dei tormentoni è ancora viva?

Ogni estate ha i suoi suoni, i suoi ritornelli martellanti e quei brani che sembrano spuntare ovunque: dalle spiagge ai supermercati, passando per le stories di Instagram. Ma nel 2025, la domanda sorge spontanea: i tormentoni esistono ancora o sono diventati prodotti preconfezionati da piattaforme digitali?

Negli anni '90 e 2000 bastava un ritornello semplice, una melodia orecchiabile e un podi passaggi radio per consacrare una canzone come hit estiva. Oggi, invece, i meccanismi sembrano molto più strategici. E spesso, molto meno spontanei.

 

Lalgoritmo comanda la musica

Spotify, TikTok, Instagram Reels e YouTube Shorts sono i nuovi DJ dellestate. In pochi secondi una canzone può diventare virale, a patto che abbia le caratteristiche giuste per lalgoritmo: un intro immediato, un hook entro i primi 10 secondi e una durata che raramente supera i 2 minuti e mezzo.

Le case discografiche lo sanno, e commissionano brani costruiti apposta per funzionare” sui social: beat semplici, testi ripetibili e la possibilità di agganciare una coreografia o una challenge.

Non è un caso se molti brani che dominano le classifiche di oggi sembrano fatti con lo stampino. O meglio: con un prompt per lintelligenza artificiale.

 

Tutto troppo simile? Lera del suono preconfezionato

Il TikTok sound” è ormai una categoria a sé. Le hit si somigliano: clap regolari, voci pitchate, strofe brevi e un drop pronto per far partire il balletto virale. La creatività sembra sacrificata sullaltare dellefficacia.

Molti utenti – e critici musicali – sottolineano la crescente piattezza emotiva” di questi brani, dove la melodia serve solo a supportare un trend visivo. Il rischio? Unestate musicale che si dimentica in fretta, perché non lascia un segno autentico.

 

Quando il pubblico si ribella (o si adatta)

Eppure, non tutto è scritto nel codice. Ogni tanto, una canzone emerge in modo meno programmato e conquista tutti, proprio perché diversa: un sample anni 2000, un ritmo non convenzionale, un testo in dialetto. La nostalgia, ad esempio, è unarma potente: il ritorno dellItalo dance o i riferimenti Y2K funzionano anche perché sanno di vero.

La Gen Z, da parte sua, ha imparato a giocare con questi tormentoni: li balla, li remix, li meme-izza. Li consuma, pur sapendo che sono artificiali. È lironia che salva anche le canzoni più prevedibili.

 

Unestate costruita per lengagement

Sempre più spesso, i tormentoni non nascono per essere ascoltati, ma per accompagnare un contenuto: uno spot, una transizione video, una sponsorizzata. Il brano è un mezzo”, non un fine. E il successo si misura in view, non in emozioni.

Questo ha cambiato profondamente anche lapproccio dellindustria musicale: si cercano trend, non talenti. La viralità conta più dellidentità. E mentre molti artisti emergenti inseguono il prossimo suono virale, chi cerca profondità spesso resta ai margini delle classifiche.

 

Tormentoni 2025: successo popolare o solo strategia digitale?

Lestate 2025 si gioca tra nostalgia e novità, tra spontaneità e strategia. I tormentoni esistono ancora, ma non sono più quelli di una volta: sono strumenti di engagement, prodotti da algoritmi e pensati per le piattaforme prima ancora che per le persone.

Eppure, dietro il loop perfetto e il balletto virale, resta intatta la voglia di cantare a squarciagola un ritornello in macchina, in spiaggia o sotto le stelle. Forse, anche in mezzo a bit calcolati al millisecondo, c’è ancora spazio per una hit che sorprende davvero.

In collaborazione con Jessica Mirabello

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