04 Jul, 2025 - 15:35

TikTok ha cambiato (o rovinato) il gusto musicale? Analisi di un fenomeno

In collaborazione con
Jessica Mirabello
TikTok ha cambiato (o rovinato) il gusto musicale? Analisi di un fenomeno

Nel 2025 TikTok non è più solo un social network per contenuti brevi: è diventato uno dei principali strumenti di diffusione musicale al mondo. Ogni trend, ogni sfida virale, ogni filtro sembra avere la sua colonna sonora, spesso sconosciuta il giorno prima e onnipresente il giorno dopo.

Il funzionamento è semplice quanto potente: una canzone viene usata in un video virale, lalgoritmo la spinge, milioni la ascoltano e inconsapevolmente la assimilano. Il risultato? Brani lanciati da TikTok dominano le classifiche, scalzano artisti affermati e definiscono lo standard” del suono pop contemporaneo.

 

I suoni virali: effetto scoperta o omologazione?

Da un lato, TikTok ha reso possibile la scoperta di artisti indipendenti, outsider e produzioni casalinghe, portandoli a una visibilità che un tempo sarebbe stata impensabile senza una casa discografica alle spalle.

Dallaltro, però, il successo su TikTok sembra richiedere una formula precisa: intro brevissimo, hook forte nei primi secondi, ritornello ballabile e, preferibilmente, un testo che si possa adattare a uno sketch o a una transizione visiva.

Il rischio? Tutto suona uguale. I brani vengono composti pensando non tanto alla loro struttura artistica, quanto al loro potenziale virale. E il gusto musicale, di conseguenza, si appiattisce su pochi riferimenti ricorrenti.

 

Il pubblico ha davvero più scelta?

TikTok promette unesplosione di contenuti, ma la realtà è più complessa. Lalgoritmo tende a rafforzare ciò che già funziona, spingendo ripetutamente gli stessi suoni. Le scelte” dellutente vengono guidate da ciò che è popolare, non necessariamente da ciò che è diverso.

In questo modo, il pubblico viene educato a riconoscere e apprezzare solo certi suoni, certi ritmi, certi mood. Il successo non è più legato alla qualità musicale in senso classico, ma alla quotabilità” visiva: se il pezzo si presta a un trend, allora è una potenziale hit.

 

Gli artisti si adeguano (o si arrendono)

Molti musicisti oggi confessano di scrivere i brani già pensando a come potranno funzionare su TikTok. Questo influenza la struttura, i testi e perfino la durata: i formati lunghi scoraggiano lengagement, quelli brevi aumentano le possibilità di viralità.

Non mancano però gli artisti che resistono: c’è chi rifiuta di cedere al formato”, denunciando una pressione commerciale che snatura la propria visione creativa. Altri, invece, si sono specializzati nel creare pezzi pensati per i 15 secondi perfetti, anche a costo di sacrificare il resto del brano.

Il fenomeno dei musicisti da un solo TikTok” è diventato quasi un sottogenere: artisti la cui carriera sembra ruotare attorno a una singola clip virale, senza una reale continuità musicale o narrativa.

 

TikTok e musica: rivoluzione culturale o impoverimento creativo?

TikTok ha senza dubbio cambiato il modo in cui la musica viene scoperta, ascoltata e consumata. Ha democratizzato la visibilità, reso accessibile il successo e avvicinato nuove generazioni alla produzione musicale.

Ma la sua logica algoritmica e visiva rischia di impoverire il gusto musicale collettivo, riducendolo a formule ricorrenti, loop brevi e hit usa-e-getta. Le canzoni non si ascoltano più: si scrollano”.

La vera sfida, oggi, è trovare un equilibrio tra visibilità e qualità, tra engagement e identità artistica. Perché se è vero che la musica non è mai stata così accessibile, è altrettanto vero che non è mai stata così fragile nella sua essenza.

A cura di Jessica Mirabello

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