07 Jul, 2025 - 13:24

Droghe leggere: cosa sono e come si distinguono dalle droghe pesanti

In collaborazione con
Alice Maria Masneri
Droghe leggere: cosa sono e come si distinguono dalle droghe pesanti

Immaginate un confine sottile, come un velo di fumo che separa curiosità e pericolo. Nel vasto mondo delle sostanze stupefacenti, si parla spesso di droghe leggere e droghe pesanti, ma la differenza non è sempre così chiara come sembra. Le droghe leggere, come la cannabis, sono considerate meno dannose e con un potenziale di dipendenza più basso, mentre quelle pesanti eroina, cocaina, LSD portano conseguenze fisiche e psicologiche molto più gravi. Tuttavia, dietro queste etichette si nasconde un universo complesso fatto di miti, scienza e scelte personali. 

In questo articolo esploriamo cosa significa davvero questa distinzione e perché è ancora oggi così discussa.

Droghe leggere: cosa e quali sono

Le droghe leggere sono sostanze psicoattive che agiscono sul cervello e sulla mente, provocando alterazioni della percezione, dell’umore e delle funzioni cognitive. Sono definite “leggere” non perché siano innocue, ma perché vengono considerate meno pericolose rispetto alle droghe pesanti, soprattutto per il minor rischio di dipendenza fisica e per effetti generalmente meno gravi sull’organismo. 

Tra le droghe leggere più conosciute troviamo:

  1. la cannabis, è senza dubbio la droga leggera più diffusa e consumata al mondo. I suoi effetti possono cambiare drasticamente in base al tipo di pianta, alla quantità assunta e al modo in cui viene consumata. La cannabis intesa in tutte le sue forme (marijuana, hashish e olio di hashish), che contiene il principio attivo THC in concentrazioni variabili. 
  2. Il kratom è una pianta tropicale del Sud-Est asiatico le cui foglie, a basse dosi, hanno effetti stimolanti, mentre a dosi più alte risultano sedative. Un uso eccessivo può causare nausea e vomito e, sebbene sia meno potente degli oppioidi, può comunque generare dipendenza.
  3. I funghi allucinogeni, come quelli che contengono psilocibina, sono famosi per i loro effetti psichedelici. Una volta ingerita, la psilocibina si trasforma in psilocina, che influenza i recettori della serotonina nel cervello. Chi li assume può avere visioni, percepire il tempo in modo distorto o sperimentare sensazioni “miste” (sinestesia), spesso accompagnate da euforia. Tuttavia, non mancano effetti negativi come ansia e paranoia.

Nonostante la percezione di minore pericolosità, queste sostanze non sono prive di rischi e possono comunque causare danni alla salute fisica e mentale.

Differenza tra droghe leggere e droghe pesanti

Le droghe leggere e le droghe pesanti si differenziano per vari aspetti fondamentali: il potenziale danno, il rischio di dipendenza, gli effetti sul corpo e sulla mente, e la percezione sociale e legale. Le droghe leggere, come la cannabis, sono considerate meno pericolose perché in genere non provocano gravi dipendenze fisiche né danni immediati importanti alla salute. Vengono spesso consumate in contesti ricreativi e sociali, come feste o momenti di relax, e in alcuni Paesi il loro uso è regolamentato o addirittura legale.

Le droghe pesanti, invece, comprendono sostanze come eroina, cocaina, crack, LSD e metanfetamine, caratterizzate da un alto potenziale di dipendenza e da effetti molto più intensi e pericolosi, che possono portare a gravi danni fisici e mentali, overdose e anche alla morte. L’uso di queste sostanze è generalmente vietato in quasi tutto il mondo proprio per i rischi elevatissimi che comporta.

Oltre al rischio per la salute, le due categorie si distinguono anche per la modalità di consumo e la cultura che le circonda. La cannabis, ad esempio, viene spesso associata a un consumo “occasionale” e a un’immagine più rilassata, mentre le droghe pesanti sono legate a contesti di abuso più estremo e a stili di vita considerati più pericolosi e disinibiti. È importante ricordare, però, che nessuna sostanza è totalmente priva di rischi: anche le droghe leggere, se abusate, possono provocare dipendenza psicologica e danni alla salute.

A cura di Alice Maria Masneri

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