Mentre l’estate avanza, la guerra in Ucraina entra in una fase ancora più drammatica. Mosca intensifica la sua offensiva con attacchi mirati e continui ma il prezzo pagato in termini umani e strategici sembra essere sempre più alto.
Nella notte tra il 9 e il 10 luglio, le forze russe hanno attaccato la capitale ucraina, Kiev, per la seconda notte consecutiva. Si tratta dell’ennesimo episodio di una serie di attacchi portati avanti dalla Russia sul territorio ucraino.
L’esercito di Mosca ha lanciato un’offensiva estiva che si sta intensificando progressivamente. Questo sviluppo getta al vento le speranze di una possibile fine del conflitto che ormai prosegue da oltre tre anni.
La guerra tra Russia e Ucraina ha cambiato rotta più volte, ma l’avanzata russa continua dal 2024, soprattutto nel sud del paese, dove l’esercito russo ha intensificato i bombardamenti anche nel 2025.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha definito l’ultimo attacco come “una chiara escalation del terrore da parte della Russia” in un post su X.
Last night, Russia launched a massive combined strike that lasted nearly 10 hours. 18 missiles, including ballistic ones, and around 400 attack drones were used — nearly 200 of them were "shaheds."
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) July 10, 2025
The main target of the attack was Kyiv and the region. Chernihiv, Sumy, Poltava,… pic.twitter.com/jtBo0YYQ8d
Sebbene queste manovre militari sembrino puntare a ribaltare gli equilibri della guerra, stanno diventando sempre più costose per la Russia in termini di perdite umane. Lo evidenzia un’analisi pubblicata da The Economist, che utilizza dati satellitari raccolti da un programma della NASA, originariamente progettato per monitorare gli incendi boschivi.
Secondo questa mappatura, l’intensità degli attacchi è significativa in diverse aree chiave: nella regione di Kherson, a sud, a Sumy a nord e, nel nord-est, attorno a Borova e Seversk, ultime roccaforti ucraine nel Donbass. Inoltre, continua l’offensiva di lunga data a Pokrovsk, nella regione di Donetsk, considerata un nodo logistico strategico.
Sebbene non si tratti di un conteggio esatto delle vittime, i dati raccolti suggeriscono che circa 31mila soldati russi potrebbero essere stati uccisi dall’1 maggio 2025, data d’inizio dell’offensiva estiva. In totale, dal febbraio 2022 al 9 luglio 2025, The Economist stima tra 900mila e 1,3 milioni di russi morti o feriti, di cui le vittime sarebbero tra 190mila-350mila.
Numeri che rendono evidente la portata del conflitto e i suoi effetti sul campo. Eppure, nonostante tutto, Putin continua a fare leva sulla coscrizione militare per mantenere attivo l’apparato bellico.
L’offensiva estiva russa assume un altro significato alla luce del contesto geopolitico. Rispetto all’anno precedente, il 2025 ha visto anche il ritorno degli sforzi diplomatici statunitensi, sotto la guida di Donald Trump.
Mentre il presidente americano ha promesso di porre fine alla guerra “in tempi rapidi”, la realtà sembra molto diversa. Finora, l’impegno diplomatico statunitense appare incerto. Sebbene restino aperti i canali di comunicazione tra Trump e Putin, lo stesso leader americano ha espresso più volte frustrazione. “Riceviamo un sacco di stronzate da Putin, se volete saperlo”, ha dichiarato recentemente.
Nonostante i toni duri, Trump prosegue nel suo impegno diplomatico cercando un equilibrio difficile tra fermezza e dialogo.
Per alcuni osservatori, la Russia sta cercando di guadagnare terreno militare per rafforzare la propria posizione negoziale in un futuro tavolo diplomatico. Per altri, invece, si tratta solo di una strategia mirata a demoralizzare i soldati ucraini sul campo mantenendo alta la pressione militare nell’attesa che il contesto internazionale si evolva a favore del Cremlino.
Con l’offensiva in pieno corso e le perdite in costante aumento, il conflitto tra Russia e Ucraina rischia di diventare sempre più logorante, per entrambe le parti. Sul fronte diplomatico, le iniziative restano fragili e piene di ostacoli.