14 Jul, 2025 - 13:18

Maturandi sovversivi: chi sono gli studenti che hanno deciso di non sostenere l'orale?

In collaborazione con
Erika Marino
Maturandi sovversivi: chi sono gli studenti che hanno deciso di non sostenere l'orale?

Come ce lo aspettavamo da giorni, è arrivato anche il terzo no. Tre studenti, tre scuole, tre rifiuti, tre ragazzi che hanno deciso di sfidare apertamente il sistema di valutazione della maturità italiana. Non si tratta di ansia da prestazione, né di ribellione adolescenziale fine a sé stessa. È molto più profondo: è il rifiuto simbolico di un sistema che, per tanti studenti, ha perso ogni capacità educativa e ogni contatto umano.

Padova, 27 giugno 2025

Tutto inizia con Gianmaria Favaretto, studente del liceo scientifico Fermi di Padova, ha scelto di non sostenere l’esame orale di maturità. Si è presentato davanti alla commissione d’esame ma non per essere interrogato; non per pigrizia ma per protesta nei confronti di un sistema che spinge unicamente alla competizione e non ad una effettiva crescita dello studente.

E poi ancora a Belluno, Maddalena Bianchi, studentessa del liceo scientifico Galilei, anche lei anni 19. Si era preparata a lungo il discorso, voleva poter dire la sua, voleva poter avere un confronto; voleva contestare i meccanismi di valutazione scolastica, la mancanza di empatia da parte dei docenti e l’eccessiva competitività alla quale ogni studente è sottoposto.

E infine, è arrivato il terzo no, nel liceo classico Canova di Treviso. È un atto di ribellione dovuto dalla giovane età o una richiesta di essere ascoltati? Un caso isolato? Non direi. Già il precedente anno tre studentesse veneziane si erano rifiutate di svolgere l’esame orale di maturità.

La risposta del ministero: più punizione

Dal ministero dell’istruzione, la risposta è stata chiara, fretta e punitiva. Valditara, ministro dell’istruzione italiana, non ha esitato a rispondere, ma non nel modo che forse i ragazzi si aspettavano. Valditara non ha cercato di trovare un dialogo, magari un punto d’incontro o solamente ascoltare un punto di vista differente; il ministro decide di punire sempre di più.

Per chi, il prossimo anno, deciderà di rifiutarsi di svolgere l’esame orale sarà immediatamente bocciato e dovrà ripetere l’anno. Una presa di posizione netta, che sembra voler dire: ‘’Beh, ragazzi, si è sempre fatto così. Siete voi che vi dovete adattare al sistema’’. Ma siamo sicuri che questo sistema funzioni ancora? Non dovrebbe essere preservato il buono e cambiato quello che non funziona? E perché anzi che ascoltare viene presa questa decisione?

Protesta o scenata? La linea sottile del rumore

Certo, i ragazzi avrebbero potuto decidere in modo diverso. Magari svolgere l’esame e poi rifiutare il voto, l’etichetta che gli si sarebbe stata attribuita. Ma avrebbe fatto lo stesso rumore? No, certo che no. A volte, per farsi sentire serve essere solo un po' più rumorosi. Ma cosa succede quando dall’altra parte trovi solo un muro? È un po' come per una persona sordo-muta che cerca di parlare con qualcuno che non sa il linguaggio dei segni, qualcuno che non ha le capacità di capire. O forse, non ha solo voglia di applicarsi abbastanza per cercare di comprendere.

A cura di Erika Marino

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