14 Jul, 2025 - 15:34

App d’incontri: amore vero o falsità?

In collaborazione con
Margherita Maurich
App d’incontri: amore vero o falsità?

Vivere nell’era digitale ha cambiato il modo di approcciarsi e comunicare: oggi, costruire relazioni virtuali sembra essere più semplice che farlo nel mondo reale. Difatti, negli ulti anni, le app di incontri si sono affermate come il mezzo più utilizzato per conoscere potenziali partner.

Le app più utilizzate

In Italia almeno il 28% delle persone ha utilizzato una volta nella vita una app di incontri. Rispettivamente le più utilizzate sono Meetic (70%), Badoo (58%) e Tinder (52%).

Fondata nel 2001 da Marc Simoncini, Meetic nasce con l’obiettivo di aiutare le persone a trovare il proprio partner mediante incontri online e offline. La piattaforma, oltre l’opzione messaggistica, propone anche la funzione della chiamata e videochiamata. In più, Meetic organizza incontri sia online come il Live Speed Dating, che offline come eventi quali cene, spettacoli, corsi.

Badoo nasce nel maggio 2006 come un app simile a Facebook, pensata per condividere aggiornamenti, foto e seguire i propri amici. Nel tempo si è evoluta, diventando prima una piattaforma per fare nuove amicizie e, infine, una vera e propria app di incontri. Tra le prime app a sfruttare la geolocalizzazione, Badoo risulta tra i pionieri a promuovere incontri tra le persone. Ad oggi, conta 460 milioni di utenti. 

Lanciata nel 2012, Tinder è tra le prime “swiping apps”, cioè l’utente utilizza un movimento di swipe per fare match o scartare la persona. L’applicazione offre un’esperienza gratuita di base dove visualizzare le foto e le informazioni degli altri utenti. Si specifica, anche, se si è in cerca di una relazione seria o meno.

L’impatto delle app d’incontri sulle relazioni

Le dinamiche relazionali sono profondamente cambiate con l’avvento di Internet. Le app di incontri, pur offrendo maggiori opportunità per conoscere potenziali partner, tendono spesso a favorire interazioni più superficiali. Molti utenti le utilizzano in modo continuativo, scambiando messaggi senza mai arrivare a un incontro reale. Altri, attratti dalla vasta possibilità di scelta, ignorano i match precedenti non appena si presentano nuove opportunità. Si innesca così un ciclo costante di alti e bassi, che nel lungo periodo può avere conseguenze significative sul piano psicologico: dall’ansia legata alla costruzione di un profilo “perfetto”, al bisogno continuo di essere scelti e validati dagli altri.

Le romance scam       

Negli ultimi anni, tra i fenomeni insidiosi del mondo digitale, si sono affermate le romance scam. Dietro ad un’apparenza affascinante e messaggi pieni d’affetto si nasconde un obiettivo preciso: manipolare l’altra persona per ottenere denaro o altri vantaggi. Il meccanismo è semplice ed efficace: si crea un legame emotivo con la vittima, raccontando storie drammatiche per iniziare a chiedere soldi. Le vittime, coinvolte emotivamente, si fidano e cadono nella trappola.

Il caso del truffatore di Tinder

Simon Leviev, o melio Shimon Hayut, è il protagonista del documentario Netflix “Il truffatore di Tinder”. Erede di un impero di diamanti, una vita sfrenata nel lusso, regali costosi, Leviev ha sedotto decine di donne in tutto il mondo. Truffate per oltre 500 mila dollari, alle donne sedotte venivano chieste cifre sempre più alte con la promessa che i soldi li avrebbero rivisti. Hayut ha risposto al documentario negando la truffa e auto commiserandosi per le accuse a lui rivolte. Tinder ha provveduto a bannarlo dalla piattaforma, tuttavia rimane attivo su Instagram con un account seguito da oltre 100.000 persone.

Favola o fandonia?

In un’epoca in cui le relazioni nascono e si sviluppano sempre più spesso online, è fondamentale informarsi e saper riconoscere i segnali delle truffe amorose. Le app digitali hanno cambiato le dinamiche relazionali, ma pongono difronte a nuovi pericoli. Bisogna essere consapevoli delle proprie interazioni digitali, distinguendo ciò che è reale da una semplice fandonia.

A cura di Margherita Maurich

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