15 Jul, 2025 - 12:58

Il fascino dei cattivi nelle serie TV: quando il villain è il vero protagonista

In collaborazione con
Jessica Mirabello
Il fascino dei cattivi nelle serie TV: quando il villain è il vero protagonista

Non più eroi impeccabili, ma cattivi affascinanti. Nelle serie TV contemporanee, i personaggi moralmente ambigui conquistano il pubblico più dei buoni”. Hanno difetti, traumi irrisolti, zone dombra: e proprio per questo appaiono più reali, umani e interessanti.

Dai drammi familiari alle dark comedy, il trend è chiaro: il villain non è più solo un ostacolo alla trama, ma ne diventa il cuore pulsante.

Georgia Miller (Ginny & Georgia): una madre perfetta... forse

Uno degli esempi più recenti è Georgia Miller, protagonista di Ginny & Georgia. Apparentemente è una madre amorevole, dinamica e sopra le righe. Ma sotto la superficie si nasconde una donna capace di manipolare, mentire e – alloccorrenza – eliminare chi ostacola la felicità della sua famiglia.

Il pubblico la ama proprio per questo contrasto: è protettiva ma spietata, dolce e calcolatrice. Un personaggio sfaccettato che incarna il concetto moderno di anti-eroina.

 Joe Goldberg (You): lo stalker più amato della TV

Nel mondo reale sarebbe inaccettabile. Ma nella finzione di Netflix, Joe Goldberg è diventato unicona. Ex libraio, ora professore, sempre ossessivo: la sua voce narrante accompagna omicidi, bugie e relazioni tossiche con un tono così lucido e riflessivo da farlo sembrare normale.

Il trucco sta nella scrittura e nellinterpretazione di Penn Badgley, che riesce a rendere un killer uno specchio delle nostre insicurezze affettive. Joe è inquietante ma comprensibile”: ed è questo che affascina.

 Logan Roy (Succession): il potere senza redenzione

C’è poi chi non cerca nemmeno di piacere, ma resta memorabile per carisma e crudeltà. Logan Roy, patriarca della famiglia Roy in Succession, è lesempio perfetto: brutale, manipolatore, autoritario, ma anche il motore narrativo della serie.

Con la sua sola presenza, Logan domina la scena, determinando le azioni degli altri personaggi e incarnando una figura di potere assoluto, privo di filtri e di morale. Non si ama Logan, ma si guarda la serie per vedere cosa farà ancora.

 Perché ci piacciono i cattivi?

La risposta è tanto psicologica quanto culturale. I villain ben scritti sono complessi, imprevedibili e spesso più sinceri degli eroi. Mostrano fragilità, desideri oscuri, limiti umani. E questo crea identificazione.

Inoltre, nel contesto delle piattaforme streaming e delle narrazioni a lungo respiro, il pubblico è più aperto alla sfumatura morale, pronto ad empatizzare con figure controverse, talvolta addirittura a giustificarle.

 Il villain come specchio della nostra epoca

Il successo di questi personaggi riflette anche il nostro presente: unepoca di crisi etiche, disillusione sociale e ricerca di autenticità. I buoni” tradizionali appaiono troppo semplici per raccontare il caos moderno. Servono figure più complesse, che vivano tra scelte ambigue e conseguenze drammatiche.

Ed è in questa ambiguità che il pubblico trova fascino, attrazione e – paradossalmente – verità.

Dai cattivi ai protagonisti assoluti: unevoluzione narrativa

Quello che una volta era il cattivo della storia”, oggi è spesso il centro dellintera narrazione. Non più solo loppositore delleroe, ma il personaggio che ci costringe a riflettere, a giudicare e a rivedere le nostre certezze.

Georgia, Joe, Logan: tre nomi, tre modi diversi di essere villain, e un unico risultato. Sono loro a farci tornare episodio dopo episodio, con il fiato sospeso. Perché ormai, il cattivo” non è più solo un ruolo: è la nuova definizione di protagonista.

A cura di Jessica Mirabello

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