16 Jul, 2025 - 16:18

La moda dagli anni 60 a oggi

In collaborazione con
Gioia Blasi
La moda dagli anni 60 a oggi

La moda è un riflesso delle vibes sociali, culturali e politiche di ogni epoca. Ogni decennio ha il suo carattere distintivo, le sue tendenze uniche e anche alcune stranezze che ancora oggi ci sorprendono. Esploriamo insieme questa evoluzione attraverso le tonalità, i marchi e le particolarità di ciascuno, dagli anni 60 ad oggi

La moda degli anni 60, 70, 80, 90 e 2000: un viaggio tra stile, innovazione e stranezze fino ad oggi 

La moda è un riflesso delle vibes sociali, culturali e politiche di ogni epoca. Ogni decennio ha il suo carattere distintivo, le sue tendenze uniche e anche alcune stranezze che ancora oggi ci sorprendono. Esploriamo insieme questa evoluzione attraverso le tonalità, i marchi e le particolarità di ciascuno, dagli anni 60 ad oggi

Gli anni ‘60: rivoluzione e insurrezione di colori vivaci

Gli anni 60 sono stati un’esplosione di libertà e sperimentazione. La moda si fa portavoce di cambiamenti sociali, con un forte riversamento di innovazioni artistiche e culturali. Le caratteristiche principali sono i minimali mod, gli abiti elasticizzati e i colori saturi come il rosso, il verde lime, il giallo senape e il blu elettrico. Il movimento hippie, invece, portò un’estetica più bohemienne, con tessuti colorati, motivi psichedelici e l’uso di materiali naturali. Un simbolo di questa decade è il marchio Skinner, noto per i suoi pantaloni a zampa di elefante e le gonne a campana, spesso declinate in sfumature fluorescenti. La stranezza? Le maxi collane di perline, gli occhiali oversize e i capi decorati con paillettes o glitter che potevano sembrare quasi kitsch.

Gli anni ‘70: disco, etno e moda radicale

Gli anni ‘70 sono stati un caleidoscopio di stili. La disco culture ha portato i tessuti metallizzati, i pantaloni a vita alta, le paillettes e le raffinate tute jumpsuit. I colori predominanti erano oro, argento, toni pastello come il rosa baby e il lilla, oltre a modelli bouclé e velluto. L’ethno-chic prende piede con stampe africane e motivi etnici, arricchendo gli armadi di frange e mantelle. La rivoluzione di questo periodo si distingue anche per il ritorno di stili del passato, come il look punk, con catene, spille di sicurezza e capelli lunghi di colori accesi. Il marchio più iconico è sicuramente Levi’s con i famosi jeans a campana, diventati simbolo di ribellione e libertà, indossati insieme a scarpe platform e alle acconciature volumizzate, che spesso sfociavano nel look “afro” esagerato o in pettinature complesse.

Gli anni ‘80: colori neon, stile opposto e iconografia

Gli anni ‘80 sono l’emblema del sovraccarico estetico. Colori neon come il fucsia, il verde acido e l’arancione brillante dominano le passerelle e le strade. La moda spinge verso l’over-the-top, con spalline imbottite, leggings, giacche bomber e pantaloni a vita alta. La cultura pop di questo decennio, dai videoclip di Madonna a Michael Jackson, ha influenzato notevolmente il modo di vestirsi. La musica, il cinema e la moda si uniscono in un mix di materiali plastici, transparenze e tessuti lucidi. Il marchio più rappresentativo è Nike, con le sue sneakers rivoluzionarie, hanno segnato un’epoca anche nel mondo dello streetwear. Le acconciature con capelli cotonati e colori improbabili, come i capelli tinti di bianco o con le tonalità fluo abbinati a mullet spettinati.

Gli anni ‘90: minimalismo e grunge

Il decennio del grunge e del minimalismo. La moda degli anni ‘90 si caratterizza per le silhouette aderenti e i capelli dai colori spenti. I jeans a zampa sono sostituiti dal modello boyfriend, spesso consumato e scolorito. Il grunge, invece, porta t-shirt ricoperte di loghi, cardigan larghi e anfibi, in un mood di ribellione contro il lusso ostentato degli anni precedenti. Tonalità fondamentali sono il nero, il grigio, il bianco e il kaki. La cultura rave inserisce tessuti sintetici con colori fluorescenti per creare un contrasto. Il marchio più iconico è Tommy Hilfiger, che ha rappresentato a lungo l’ American style casual ed easy. La stranezza di questa decade è la combinazione di pantaloni cargo con crop top e cappelli slouch ossia morbidi e scivolati in testa come fossero delle sacchette di cotone.

Gli anni 2000: stravaganza e globalizzazione 

Il nuovo millennio porta con sé una moda più eclettica, influenzata dalla globalizzazione e dalla tecnologia emergente. L’estetica è variopinta e spesso eccentrica: pantaloni bootcut, top metallici, capi sovrapposti e accessori vistosi. La moda è in parte un gioco di assemblaggi, talvolta volutamente kitsch, con loghi grandi e stampe digitali. Tonalità brillanti opposte a una predilezione per il nero e colori metallici. Nascono tendenze come il low-rise jeans, le T-shirt con stampe di brand e i capi ispirati alla cultura pop, come le magliette di cartoon o band musicali. Il marchio iconico è DSquared2, che ha portato il logo e lo stile streetwear di alta gamma a nuove vette. Tra le stranezze di questo decennio ci sono i jeans a vita bassissima e le cappe con cappucci stile da ninja, così come i piercing e le acconciature molto particolari, spesso eccentriche.

Alla ricerca della sostenibilità e dell’individualità dei giorni d’ oggi

L’ uso di colori vivaci, tessuti lucidi, stampe e accessori appariscenti è stata pian piano abbandonata intorno al 2010 e la moda ha iniziato a spostarsi verso la sostenibilità e il minimalismo. Un crescente interesse nei confronti di produzioni eticamente evidenti e note, materiali ecologici, linee pulite e semplici, ha rivoluzionato il modo di vestire. L’ individualità viene espressa attraverso la ricerca di uno stile personale, mescolando elementi vintage e di recupero a dettagli più contemporanei dai colori naturali. La moda recente vede un amore nei confronti degli elementi artigianali, l’utilizzo del crochet, di ricami e pizzi, tocchi unici di cose fatte a mano, che possa dimostrare anche un interesse verso il pianeta e le materie prime. Una moda gender-less ossia senza genere, ha guadagnato terreno con capi che possono essere indossati da chiunque, autodefinendosi la moda della sperimentazione e dell’inclusione.

La moda è un fenomeno sociale, uno specchio che va oltre pezzi di stoffa 

Dalla moda scattosa dei ‘60 ai look futuristici dei 2000, ogni decennio ha lasciato un segno indelebile nel mondo dell’abbigliamento, tra innovazioni, contrasti e stranezze che sono diventate iconiche, ma non si può considerare come un mero gusto estetico in evoluzione attraverso dei semplici pezzi di stoffa. La moda investe musica, luoghi, si riferisce a dati momenti storici, aree culturali specifiche, modelli comportamentali, cambiamenti politici, ideali che si diffondono e diventano popolari. La moda è un sistema di comunicazione che riflette l’influenza e i valori, è un linguaggio non verbale. L’evoluzione del colore, dei materiali e dei marchi ci racconta non solo la storia del gusto, ma anche quella di un’umanità in continua evoluzione, in cerca di identità e di espressione personale, che sia di appartenenza o di estraneazione, per nulla frivola ma complessa, è una affascinante specchio dell’ anima delle persone..E chissà quale altra rivoluzione ci riserverà il futuro...

A cura di Gioia Blasi

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