Vibrio vulnificus è un batterio poco conosciuto dal grande pubblico, ma negli ultimi anni ha attirato l’attenzione di autorità sanitarie e media a causa della sua pericolosità. Comunemente chiamato "batterio mangiacarne", V. vulnificus è capace di provocare infezioni gravi e, nei casi peggiori, letali.
Il Vibrio vulnificus è un batterio Gram-negativo appartenente alla famiglia dei vibrioni. Prolifera naturalmente nelle acque marine calde e salmastre, come quelle di lagune, estuari e zone costiere poco profonde.
Un ambiente ideale per il suo sviluppo sono le acque costiere di mari e oceani con temperature superiori ai 18°C, spesso riscontrabili dalla primavera fino all’autunno inoltrato in molte zone del mondo.
Mixando acqua di mare e acqua dolce (acquitrini, estuari, lagune) e mantenendo una salinità moderata tra 15-25 parti per mille, si ottengono le condizioni preferite per la sopravvivenza e la crescita di questo microrganismo.
Le acque del Golfo del Messico, le zone tropicali e subtropicali, così come ampie aree costiere degli Stati Uniti e dell’Asia sono state per anni i principali focolai d’infezione. Tuttavia, le sue tracce sono state rilevate anche nel Mediterraneo, compreso lo Stretto di Messina, soprattutto durante estati particolarmente calde.
Le principali modalità di trasmissione all’uomo sono due:
Negli ultimi trent’anni i casi di infezione da Vibrio vulnificus sono aumentati di circa otto volte negli Stati Uniti, e l’areale del batterio si sposta di circa 50 km a nord ogni anno.
Questo fenomeno è attribuibile al riscaldamento degli oceani legato ai cambiamenti climatici: temperature dell’acqua più elevate prolungano il periodo favorevole alla proliferazione del batterio e ne allargano la diffusione geografica fino a regioni prima insospettabili.
Eventi climatici estremi come uragani e mareggiate contribuiscono inoltre a spingere le acque contaminate verso l’interno, aumentando i rischi per chi si immerge.
I bivalvi filtratori, come ostriche e vongole, rappresentano un serbatoio naturale per il batterio. In questi organismi, Vibrio vulnificus può raggiungere concentrazioni elevatissime, diventando assai pericoloso per chi li consuma crudi o poco cotti. Questo spiega perché parte dei decessi e delle infezioni più gravi siano legate al consumo di frutti di mare, una pratica diffusa soprattutto nei mesi caldi.