20 Jul, 2025 - 16:30

Vibrio vulnificus, dove si trova il batterio mangiacarne? Ecco come si trasmette e perché si sta diffondendo

Vibrio vulnificus, dove si trova il batterio mangiacarne? Ecco come si trasmette e perché si sta diffondendo

Vibrio vulnificus è un batterio poco conosciuto dal grande pubblico, ma negli ultimi anni ha attirato l’attenzione di autorità sanitarie e media a causa della sua pericolosità. Comunemente chiamato "batterio mangiacarne", V. vulnificus è capace di provocare infezioni gravi e, nei casi peggiori, letali. 

Dove si trova Vibrio vulnificus, il batterio mangiacarne?

Il Vibrio vulnificus è un batterio Gram-negativo appartenente alla famiglia dei vibrioni. Prolifera naturalmente nelle acque marine calde e salmastre, come quelle di lagune, estuari e zone costiere poco profonde.

Un ambiente ideale per il suo sviluppo sono le acque costiere di mari e oceani con temperature superiori ai 18°C, spesso riscontrabili dalla primavera fino all’autunno inoltrato in molte zone del mondo.

Mixando acqua di mare e acqua dolce (acquitrini, estuari, lagune) e mantenendo una salinità moderata tra 15-25 parti per mille, si ottengono le condizioni preferite per la sopravvivenza e la crescita di questo microrganismo.

Le acque del Golfo del Messico, le zone tropicali e subtropicali, così come ampie aree costiere degli Stati Uniti e dell’Asia sono state per anni i principali focolai d’infezione. Tuttavia, le sue tracce sono state rilevate anche nel Mediterraneo, compreso lo Stretto di Messina, soprattutto durante estati particolarmente calde.

Come si trasmette il batterio mangiacarne?

Le principali modalità di trasmissione all’uomo sono due:

  • Contatto di ferite aperte con acqua contaminata: Il rischio maggiore si ha bagnandosi in mare con tagli, abrasioni, punkure o lesioni cutanee esposte. Il batterio può penetrare facilmente attraverso la pelle lesionata, scatenando infezioni della cute che avanzano molto rapidamente e possono causare necrosi dei tessuti.
  • Consumo di molluschi crudi o poco cotti: Ostriche, vongole e cozze sono i veicoli più frequenti, perché il batterio si concentra nei loro tessuti e può sopravvivere se consumati crudi. In questi casi, Vibrio vulnificus può provocare gastroenteriti anche molto gravi, e in soggetti vulnerabili una setticemia potenzialmente fatale.

Zone geografiche più a rischio

  • Golfo del Messico e coste degli Stati Uniti: Sono le aree tradizionalmente più colpite, dove si registrano la maggior parte dei casi, soprattutto tra aprile e ottobre, quando l’acqua raggiunge temperature elevate.
  • Atlantico e Pacifico: Recenti studi hanno evidenziato una rapida espansione verso nord sulla costa Est degli USA, con casi segnalati fino al New England, ben distante rispetto ai territori originariamente interessati.
  • Mediterraneo: Sebbene sia ancora raro, il riscaldamento delle acque e i cambiamenti climatici stanno favorendo la comparsa di casi anche in Europa meridionale e in Italia
  • Asia, Australia, Sud America, Giappone, Danimarca: Altri focolai noti si riscontrano in questi paesi, specie nelle zone costiere con acque temperate o calde.

Perché sta diventando più diffuso?

Negli ultimi trent’anni i casi di infezione da Vibrio vulnificus sono aumentati di circa otto volte negli Stati Uniti, e l’areale del batterio si sposta di circa 50 km a nord ogni anno.

Questo fenomeno è attribuibile al riscaldamento degli oceani legato ai cambiamenti climatici: temperature dell’acqua più elevate prolungano il periodo favorevole alla proliferazione del batterio e ne allargano la diffusione geografica fino a regioni prima insospettabili.

Eventi climatici estremi come uragani e mareggiate contribuiscono inoltre a spingere le acque contaminate verso l’interno, aumentando i rischi per chi si immerge.

I molluschi come serbatoio

I bivalvi filtratori, come ostriche e vongole, rappresentano un serbatoio naturale per il batterio. In questi organismi, Vibrio vulnificus può raggiungere concentrazioni elevatissime, diventando assai pericoloso per chi li consuma crudi o poco cotti. Questo spiega perché parte dei decessi e delle infezioni più gravi siano legate al consumo di frutti di mare, una pratica diffusa soprattutto nei mesi caldi.

Prevenzione e raccomandazioni

  • Evitare di entrare in acqua con ferite aperte, tagli, piercing o tatuaggi recenti
  • Cuocere sempre accuratamente molluschi e frutti di mare
  • Prestare attenzione alle allerte sanitarie locali nelle aree costiere, specialmente durante estati roventi o dopo fenomeni meteorologici estremi
  • Le persone con sistema immunitario compromesso, cirrosi epatica, diabete o altre patologie croniche sono più esposte al rischio di sviluppare forme gravi e rapide dell’infezione, fino alla setticemia e necrosi cutanea.
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