Valerij Abisalovič Gergiev è considerato uno dei più autorevoli protagonisti del panorama musicale mondiale. Il suo concerto sinfonico alla Reggia di Caserta, previsto per il 27 luglio 2025 nell’ambito della rassegna “Un’Estate da Re”, è stato ufficialmente annullato dalla Direzione del monumento campano la mattina del 21 luglio 2025.
La decisione è arrivata dopo giorni di intense polemiche derivanti dalla nota vicinanza di Gergiev al presidente russo Vladimir Putin e dal suo sostegno pubblico alle politiche del Cremlino, in particolare dopo l’invasione russa dell’Ucraina.
Nato a Mosca nel 1953 e cresciuto a Vladikavkaz, Gergiev si è formato al Conservatorio di San Pietroburgo sotto la guida di Ilya Musin, perfezionando una tecnica di direzione d’orchestra che lo ha condotto sin da giovane a imporsi nei più prestigiosi concorsi internazionali.
Dopo aver esordito al Teatro Mariinskij (già Kirov) di Leningrado con l'opera “Guerra e pace” di Prokof’ev nel 1978, la sua carriera ha avuto una rapida ascesa: dal 1981 al 1985 ha diretto l’Orchestra Nazionale dell’Armenia, per poi tornare al Mariinskij dove, nel 1988, è diventato direttore artistico. Dal 1996 ha assunto la completa direzione musicale e amministrativa del teatro, trasformandolo in una vera “fabbrica” di talenti e in un punto di riferimento della scena lirico-sinfonica internazionale.
Negli anni Gergiev ha ricoperto incarichi di prestigio alla guida delle maggiori orchestre mondiali: è stato direttore principale alla Filarmonica di Rotterdam, alla London Symphony Orchestra e, più recentemente, ai Münchner Philharmoniker e al Festival di Verbier. La sua attività, costellata da innumerevoli tournée, incisioni e premi, è stata importante anche in Italia, dove ha più volte diretto alla Scala e presso le principali istituzioni concertistiche.
Valerij Gergiev è sposato con Natalya Dzebisova, di origini ossete come il direttore d’orchestra stesso. La coppia si è unita in matrimonio nel 1999. Natalya è spesso al fianco del marito durante gli eventi ufficiali e mantiene un profilo piuttosto riservato, concentrandosi sulla famiglia e sostenendo la carriera artistica del consorte.
Il maestro Gergiev è padre di quattro figli: due maschi e due femmine. Almeno due figlie sono note pubblicamente: si chiamano Natalya e Tamara Gergieva. Uno dei figli maschi studia pianoforte e ha già partecipato a concerti importanti, mostrando di seguire le orme paterne nel mondo della musica.
Oltre al talento riconosciuto, Gergiev è una figura oggetto di forti polemiche. La sua lunga amicizia con Vladimir Putin, presidente della Federazione Russa, e la mancata presa di posizione contro la guerra in Ucraina lo hanno messo spesso al centro di controversie internazionali. Dopo lo scoppio del conflitto nel 2022, il direttore è stato destituito dal ruolo di direttore stabile della Filarmonica di Monaco ed escluso da numerosi festival e istituzioni occidentali.
La sua “vicinanza” al Cremlino è stata più volte ribadita dai media, dagli attivisti per i diritti umani e dagli stessi politici russi, che considerano Gergiev non solo artista, ma anche “ambasciatore culturale” della Russia nel mondo.
Il 27 luglio 2025 Valerij Gergiev avrebbe dovuto dirigere un concerto sinfonico nel suggestivo scenario della Reggia di Caserta, all’interno della rassegna “Un’Estate da Re”. L’evento, promosso da Regione Campania e Scabec, società culturale regionale, era stato annunciato con ampia risonanza.
Tuttavia, la notizia della partecipazione di Gergiev ha suscitato un’immediata ondata di polemiche e prese di posizione pubbliche. In particolare, Yulia Navalnaya, vedova del dissidente russo Alexei Navalny, ha pubblicato un appello chiedendo l’annullamento del concerto, sottolineando la stretta vicinanza del direttore al presidente Putin e denunciando il rischio di dare spazio a un “sostenitore della politica criminale” del Cremlino.
Anche importanti associazioni ucraine e attivisti per i diritti umani hanno chiesto a gran voce di revocare la performance; critiche sono arrivate da esponenti politici italiani e associazioni come Memorial Italia, che si sono rivolte alle istituzioni europee e nazionali per chiedere un’indagine sull’impiego di fondi pubblici a favore dell’artista russo.
Di fronte a questa crescente pressione — e temendo anche rischi per l’ordine pubblico, visti gli annunci di manifestazioni contro il concerto — la Direzione della Reggia di Caserta ha annunciato ufficialmente il 21 luglio 2025 la cancellazione dell’evento. In una nota, la Direzione si è limitata a comunicare la decisione senza specificare i motivi, sebbene fosse ormai evidente che la scelta fosse legata alle controversie intorno al direttore russo e alla sua figura politica.
La cancellazione ha immediatamente raccolto consensi trasversali tra i partiti politici italiani, mentre l’ambasciata russa ha definito la scelta “un danno per l’Italia stessa, che mina la propria autorità e dà motivo di dubitare della sua ospitalità”. Alcuni, tra cui Europa Radicale e l’Associazione dei Russi Liberi in Italia, hanno difeso l’annullamento come azione di “autodifesa morale” e di salvaguardia dei valori democratici.
Il caso Gergiev alla Reggia di Caserta solleva ancora una volta il tema del rapporto tra arte, cultura e responsabilità sociale. Può l’operato di un artista essere valutato solo per la sua dimensione artistica o comporta un’inevitabile riflesso etico e politico, specie in tempi di guerra?
La decisione di Caserta testimonia come, in un’epoca segnata da conflitti e tensioni, anche la musica può diventare terreno di scontro — o di difesa — dei principi fondamentali di libertà, pace e democrazia.