21 Jul, 2025 - 21:58

Chi è Aurelio Picca? Biografia e vita privata dello scrittore

Chi è Aurelio Picca? Biografia e vita privata dello scrittore

Aurelio Picca è una delle voci più potenti e originali della letteratura italiana contemporanea. Poeta, narratore e giornalista, coltiva da trent’anni una scrittura incarnata, viscerale, spesso difficile da incasellare secondo i parametri tradizionali di critica e pubblico. Narra con crudezza e lirismo del mondo che lo circonda, sovvertendo ogni cliché e affidando alla parola una valenza quasi rituale, arcaica e moderna insieme. 

Aurelio Picca: età e origini

Aurelio Picca è nato a Velletri, nei Castelli Romani, il 17 gennaio 1957 secondo alcune fonti, oppure nel 1960 secondo altre. Sulla data precisa c’è un piccolo mistero, ulteriore segno della sua refrattarietà alle etichette e alle convenzioni. 

I suoi primi anni si svolgono in una dimensione rurale e popolare: da piccolo lavora già nel bar di famiglia, cresce tra la disciplina imposta dal patrigno e il ricordo della figura forte del nonno Aurelio, da cui eredita il nome e una parte consistente del suo carattere.

Questo ambiente, “la mia California”, come lui stesso definisce la zona dei Castelli Romani, si rifletterà in modo potente anche nei suoi romanzi e nelle raccolte di poesie, permeando le sue pagine di una vitalità cruda e a tratti salvifica.

L’infanzia, segnata da uno spirito di osservazione e da un’indole curiosa e combattiva, porta Picca a una precoce formazione tra lavoro, relazioni familiari complesse e uno sguardo sempre rivolto alla vita autentica delle persone dei suoi luoghi. Successivamente, si iscrive all’Università La Sapienza di Roma, dove studia Lettere.

Aurelio Picca: moglie e figli

Sulla vita privata di Aurelio Picca vige un riserbo totale. La sua dimensione familiare e sentimentale resta volutamente nell’ombra: non si trovano informazioni certe in merito a una possibile moglie, compagna o figli.

Questo silenzio, piuttosto raro nel mondo contemporaneo, contribuisce a creare intorno a lui un’aura quasi mitica. Picca sembra voler custodire la parte più intima della propria esistenza, scegliendo di parlare attraverso le sue opere più che attraverso la cronaca rosa.

Le rare interviste disponibili mostrano uno scrittore consapevole dell’importanza di separare il sé letterario da quello privato. In molte sue dichiarazioni traspare il senso di una solitudine scelta e vissuta come spazio creativo più che come dato biografico, e il rammarico – espresso a volte in toni ironici – di non essere padre.

Carriera

Aurelio Picca esordisce nel 1990 con la raccolta di poesia “Per punizione”, cominciando così un percorso letterario ininterrotto.

Nel 1992 pubblica “La schiuma”, finalista al Premio Bergamo, e nello spazio di pochi anni diventa uno degli autori più originali della narrativa italiana. I suoi romanzi e raccolte – tra cui “I mulatti”, “Tuttestelle” (Premio Moravia e Superpremio Grinzane Cavour), “Sacrocuore”, “Se la fortuna è nostra” (Premi Hemingway e Flaiano), “Arsenale di Roma Distrutta”, “Addio”, “Un giorno di gioia”, “Il più grande criminale di Roma è stato amico mio” (candidato al Premio Strega), e il recente “La gloria” sullo sport – si distinguono per intrecci complessi, profondità antropologica e una scrittura tagliente, capace di dare voce a universi passionali e violenti.

Accanto all’attività di narratore e poeta, Picca è anche giornalista pubblicista: ha collaborato con molte testate di rilievo tra cui “La Repubblica”, “Corriere della Sera”, “Il Giornale”, “Il Messaggero”, “iO Donna”. Nel 2023 ha realizzato il documentario “Preghiera per Willy”, dedicato a Willy Monteiro Duarte, segno della capacità di Picca di dialogare anche con mezzi diversi dalla pagina scritta.

La poetica di Picca si fonda sull’incrocio tra memoria e cronaca, corporeità e mito, con una propensione a raccontare la violenza e la tenerezza dell’Italia, dall’infanzia fino alla trasformazione antropologica del Paese. La sua opera – a metà tra romanzo, memoriale e reportage – si conferma un unicum nel panorama italiano, celebrato in Francia come erede di Pasolini per “eccessi, forza e brutalità di una bellezza malsana”.

Aurelio Picca oggi è riconosciuto come un patriarca della nostra letteratura, “custode dei misteri originari e oscuri”, capace di miscelare ritualità arcaica e spirito moderno nel suo viaggio tra le ombre e la carne dell’Italia di oggi.

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