Stefano Zurlo è uno dei più noti e apprezzati giornalisti italiani contemporanei, volto televisivo spesso presente nei principali talk show e autore di numerose inchieste e libri sul mondo della politica, della giustizia e della cronaca nera.
Dalla metà degli anni ’90 firma articoli e reportage su “Il Giornale”, dedicandosi all’analisi di avvenimenti complessi e spesso delicati, con uno stile diretto, rigoroso e attento alle implicazioni sociali e umane delle vicende narrate.
Stefano Zurlo nasce a Milano nel 1963, in una famiglia di avvocati. Cresce nel capoluogo lombardo e, fin da giovane, dimostra una spiccata curiosità verso l’attualità e le dinamiche giudiziarie, influenzato probabilmente dall’ambiente familiare.
Il giornalismo diventa presto la sua vocazione: gli esordi avvengono tra le pagine dell’“Europeo”, celebre rivista di inchieste, dove firma servizi che segneranno l’avvio di Tangentopoli, la stagione denominata “Mani Pulite”. Questa formazione sul campo si rivelerà fondamentale per la sua futura specializzazione nella cronaca giudiziaria e investigativa.
Nonostante l’esposizione mediatica e la popolarità, Stefano Zurlo mantiene una riservatezza quasi assoluta sulla sua vita privata. Le informazioni sulla sua sfera familiare sono infatti molto limitate: non è noto se sia sposato, abbia una compagna o se abbia figli.
Questa scelta di discrezione lo distingue nel panorama del giornalismo italiano, tanto che anche sui social network preferisce condividere esclusivamente contenuti sulla sua attività professionale e sui suoi lavori.
La carriera di Stefano Zurlo è lunga, ricca di tappe significative e riconoscimenti. Dopo l’esperienza con “l’Europeo”, nel 1994 entra nella redazione de “Il Giornale”, quotidiano di rilievo nazionale dove nel tempo diventa inviato speciale e editorialista. Qui si occupa principalmente di cronaca giudiziaria, seguendo processi storici come l’inchiesta “Mani Pulite”, e casi di cronaca nera di grande impatto mediatico, tra cui quelli di Cogne e Garlasco.
La sua competenza e la sua notorietà lo portano spesso a essere ospite in talk show politici e programmi di approfondimento come “Omnibus”, “Porta a Porta”, “In onda” e, più recentemente, “Che c’è di nuovo” su Rai.
Oltre all’attività giornalistica, Zurlo è anche autore e conduttore televisivo. Ha insegnato giornalismo alla Link University di Roma e ha scritto numerosi libri d'inchiesta e di approfondimento sociale e giudiziario.
Tra i riconoscimenti ricevuti spicca il premio Corrado Alvaro per il libro “Inchiesta sulla devozione popolare” (2003). Altri suoi lavori includono “L’uomo sbagliato” (da cui è stata tratta la fiction con Beppe Fiorello), “La legge siamo noi. La casta della giustizia italiana”, “Prepotenti e impuniti” e “La strega della Tv: Wanna Marchi: ascesa e caduta di un mito”.
Apprezzato per le sue capacità di sintesi, per la precisione nell’analisi dei fatti e per la capacità di raccontare storie complesse in modo accessibile, Stefano Zurlo è oggi una delle voci più autorevoli del giornalismo italiano d’inchiesta.