Con l’arrivo dell’estate aumenta la presenza delle zanzare, tra cui alcune specie pericolose come la Culex pipiens, nota come “zanzara del Nilo”, responsabile della trasmissione del West Nile Virus (WNV). Negli ultimi anni, i casi registrati in Italia sono in crescita e la domanda più frequente riguarda come riconoscere una puntura di questa zanzara e i relativi sintomi, oltre alle misure di prevenzione indispensabili per proteggersi.
La febbre West Nile (o “febbre del Nilo Occidentale”) è una malattia infettiva causata dal West Nile Virus, appartenente alla famiglia dei Flaviviridae, la stessa della Dengue e della febbre gialla. Il virus viene trasmesso all’uomo quasi esclusivamente attraverso la puntura di zanzare infette, in particolare la specie Culex pipiens (la “zanzara comune”), attiva prevalentemente al crepuscolo e di notte.
Uccelli selvatici sono il serbatoio naturale del virus; le zanzare, pungendo questi uccelli, diventano vettori del WNV e possono trasmetterlo successivamente agli esseri umani e agli animali domestici o selvatici, come cavalli e in rari casi cani e gatti.
La zanzara Culex pipiens:
La puntura di Culex pipiens, come quella di altre zanzare, provoca:
In genere, il sintomo locale è indistinguibile da quello provocato da altre zanzare; non esiste un segno cutaneo specifico della “zanzara del Nilo”.
Se dopo una puntura di zanzara (soprattutto in periodi e aree a rischio) si sviluppano sintomi strani oltre la reazione cutanea classica, è opportuno contattare il medico per escludere infezioni come il West Nile Virus.
L’infezione da West Nile Virus è asintomatica nell’80% dei casi: la maggior parte delle persone punte da una zanzara infetta non sviluppa alcun sintomo visibile.
Nel restante 20%, dopo un’incubazione di 2-14 giorni (fino a 21 giorni nei pazienti immunodepressi), compaiono sintomi lievi e simil-influenzali:
Questi sintomi generalmente durano pochi giorni e si risolvono completamente senza bisogno di terapie specifiche.
Meno dell’1% dei casi evolve in una forma severa, con coinvolgimento neurologico:
Le forme gravi colpiscono più facilmente anziani, soggetti immunodepressi o con malattie croniche e possono avere conseguenze permanenti o fatali.
Tipo di sintomi | Frequenza | Manifestazioni principali |
---|---|---|
Lievi | 20% circa | Febbre, mal di testa, nausea, vomito, sfoghi cutanei, linfonodi ingrossati |
Asintomatici | 80% circa | Nessun segno o sintomo apparente |
Gravi (con coinvolgimento sistema nervoso) | <1% | Febbre alta, encefalite, meningite, convulsioni, paralisi, coma |
La diagnosi di infezione da West Nile Virus è clinica (basata sui sintomi in presenza di puntura di zanzara in aree endemiche) e confermata da test sierologici per anticorpi specifici (IgM e IgG) su sangue e, nei casi neurologici, su liquido cerebrospinale. Può essere impiegata anche la PCR per l’RNA virale.
Negli stadi precoci (entro 8 giorni dall’inizio dei sintomi) i test sierologici potrebbero risultare negativi: per questo, a volte è necessario ripeterli.
Ad oggi, non esistono né vaccini né cure specifiche per il West Nile Virus. La terapia è solo di supporto: riposo, idratazione, farmaci sintomatici come antipiretici e, nei casi gravi, ricovero e supporto ospedaliero.
La prevenzione resta l’arma più efficace:
Se dopo una puntura di zanzara, nei giorni successivi (soprattutto nei mesi tra luglio e ottobre), insorgono febbre alta, mal di testa intenso, debolezza o sintomi neurologici, è fondamentale consultare subito il proprio medico o rivolgersi al pronto soccorso.
La diagnosi rapida è particolarmente importante per i soggetti a rischio (età avanzata, patologie croniche, immunodepressi).