Negli ultimi anni, un fenomeno sembra riprendere forza: film che superano le tre ore di durata. Dopo decenni in cui la tendenza era verso produzioni più snelle e brevi, blockbuster come Dune (2021), Oppenheimer (2023) e il prossimo Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese, si collocano in un trend in cui il cinema diventa di nuovo un evento lungo, immersivo e memorabile.
La chiusura forzata delle sale cinematografiche durante la pandemia ha cambiato le abitudini degli spettatori. Oggi, con la riapertura, cresce il desiderio di vivere esperienze cinematografiche uniche, che non possono essere replicate in casa. Film lunghi, con trame articolate e dettagliate, rispondono a questa richiesta: offrono un’immersione totale nella storia, una pausa dalla frenesia quotidiana e un motivo per tornare in sala.
Con la sua durata di circa 2 ore e 35 minuti, Dune ha rilanciato l’epopea fantascientifica in grande stile, combinando una storia complessa con un’estetica visiva straordinaria. Il film di Denis Villeneuve ha dimostrato che il pubblico è disposto a seguire narrazioni lunghe e dense, purché accompagnate da qualità artistica e regia attenta.
Christopher Nolan con Oppenheimer ha spinto ancora oltre, sfiorando le 3 ore di durata. Il film biografico sul padre della bomba atomica è un esempio di come la lunghezza sia funzionale a raccontare temi profondi, eticamente complessi e carichi di tensione. Qui la durata non è un limite, ma uno strumento narrativo per sviluppare personaggi e contesti in modo dettagliato.
Il prossimo film di Martin Scorsese promette di essere un altro esempio di cinema-evento lungo e impegnativo. Basato su un fatto storico reale, il film si annuncia come un’opera che richiede tempo e attenzione per essere apprezzata appieno.
La combinazione di durata estesa, qualità artistica e esperienza in sala sembra riportare il pubblico a riscoprire il valore del cinema-evento. In un mondo dominato da streaming e contenuti mordi e fuggi, i film lunghi rappresentano un invito a rallentare, a dedicarsi a una storia complessa e a vivere un’esperienza collettiva.
A cura di Jessica Mirabello