23 Jul, 2025 - 19:01

Chi è Bryan Kohberger e a quanti anni è stato condannato? Storia del killer dell'Idaho

Chi è Bryan Kohberger e a quanti anni è stato condannato? Storia del killer dell'Idaho

Bryan Kohberger, oggi trentenne, rimarrà per sempre un nome indelebile nella cronaca nera americana: dalla promessa accademica allo spettro inquietante del serial killer. Quattro giovani vite spezzate e nessuna possibilità di redenzione per chi, forse, più che spiegazioni, voleva lasciare il mondo senza risposte.

Chi è Bryan Kohberger? Età e origini

Bryan Christopher Kohberger è passato dalle aule universitarie ai titoli dei principali media internazionali come uno dei protagonisti di un caso di cronaca nera tra i più discussi degli ultimi anni. Nato nel 1995 ad Albrightsville, Pennsylvania, Kohberger era un promettente dottorando in criminologia presso la Washington State University di Pullman, nello stato di Washington, a pochi chilometri dal confine con l’Idaho. 

La sua formazione accademica lo aveva portato a interessarsi di analisi comportamentale e criminalità; per molti, sembrava destinato a un futuro come esperto di giustizia penale.

Questa dimensione quasi “da manuale” è stata infranta la notte del 13 novembre 2022, quando quattro studenti universitari di Moscow, Idaho — Kaylee Goncalves, Madison Mogen, Xana Kernodle ed Ethan Chapin — sono stati brutalmente uccisi nella loro casa fuori dal campus. I contorni del caso, la brutalità degli omicidi e l’assenza di un movente hanno scatenato un’ondata di attenzione mediatica e investigativa senza precedenti negli Stati Uniti.

A quanti anni è stato condannato Bryan Kohberger?

Oggi, 23 luglio 2025, il tribunale dell’Idaho ha formalizzato la condanna di Bryan Kohberger. L’ex dottorando è stato condannato a quattro ergastoli consecutivi senza possibilità di libertà condizionale, uno per ciascuna delle vittime, oltre alla massima pena prevista per il furto con scasso, 10 anni da scontare dopo i quattro ergastoli. Al termine del processo, quindi, Kohberger non vedrà mai più la libertà, passando il resto della sua vita dietro le sbarre.

La sentenza porta a una chiusura per molti, ma lascia ancora senza risposta alcune delle domande più profonde: il vero movente della strage non è mai stato rivelato dallo stesso Kohberger. Alcune teorie ne fanno il profilo di un “incel” (celibe involontario) con una rabbia latente verso la società e le donne, mentre altri sottolineano il suo passato problematico e un forte interesse morboso per la mente criminale, tanto da aver studiato con una delle più note criminologhe americane e aver scritto di sé come “un sacco di carne senza autostima”.

Il delitto di Moscow, Idaho

La notte dell’omicidio, Kohberger si introdusse silenziosamente nell’abitazione delle vittime in King Road 1122. Armato di coltello, si mosse nelle stanze accoltellando a morte i quattro giovani studenti mentre dormivano. Nessun rumore destò i sospetti dei vicini; solo due coinquiline sopravvissero, testimoniando la mattina successiva il raccapricciante ritrovamento.

Le indagini hanno ricostruito la drammatica sequenza grazie a prove genetiche, indizi digitali, telecamere stradali e alla presenza sospetta dell’auto bianca di Kohberger, vista nei pressi dell’abitazione la notte del massacro. L’arresto è avvenuto solo settimane dopo, il 30 dicembre 2022, quando l’FBI lo sorprese nella casa dei genitori in Pennsylvania.

La confessione e il processo

Dopo aver sempre proclamato la propria innocenza, il 2 luglio 2025, durante un’udienza molto attesa, Bryan Kohberger ha confessato in tribunale gli omicidi dei quattro studenti. Questa improvvisa ammissione di colpevolezza è arrivata nell’ambito di un accordo con la Procura che ha permesso all’imputato di evitare la pena di morte, una scelta giustificata dagli inquirenti anche per tutelare la salute mentale delle famiglie delle vittime, evitando un processo potenzialmente infinito e traumatico.

L'accordo prevedeva che Kohberger si dichiarasse colpevole di quattro capi d’accusa di omicidio di primo grado e uno di furto con scasso, in cambio dell’esclusione formale della pena capitale e della rinuncia a qualsiasi ricorso o revisione futura della sentenza.

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