La presentazione delle dichiarazioni dei redditi, modelli 730 o Redditi PF, procede spedita in vista della scadenza del 30 settembre 2025. Molti contribuenti, una volta inviata la propria dichiarazione, si trovano subito a porsi un quesito fondamentale: "Per quanto tempo devo conservare i miei documenti fiscali?" Non si tratta affatto di una questione scontata, soprattutto alla luce delle nuove regole introdotte per l'anno d'imposta 2024, che hanno ridefinito gli obblighi di conservazione per contribuenti, CAF e professionisti. Tali indicazioni si basano sulle linee guida ufficiali dell'Agenzia delle Entrate relative a tutte le agevolazioni per la dichiarazione dei redditi 2025. Vediamo insieme i dettagli principali per essere sempre in regola.
Come indicato dall’Agenzia delle Entrate, il Modello 730 e il Modello 730-1 possono essere sottoscritti in modalità elettronica, in accordo con il Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD). Questo ha permesso di semplificare e modernizzare notevolmente i servizi interattivi offerti dall'Agenzia.
La flessibilità della sottoscrizione elettronica si estende anche ai casi in cui un contribuente è impossibilitato a firmare o non sa leggere e scrivere (è, quindi, illetterato). In queste situazioni, il CAF o il professionista abilitato può annotare lo stato del contribuente direttamente sul documento, acquisendo e conservando una copia del documento di identità in corso di validità. In questo modo, la dichiarazione risulta valida a tutti gli effetti di legge, come previsto dall'articolo 43 del DPR 600/1973.
La regola generale per la conservazione del Modello 730 e di tutta la documentazione correlata è chiara: i documenti devono essere custoditi fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione dei redditi.
Ciò significa che, per le dichiarazioni presentate nel 2025 (riferite all'anno d'imposta 2024), la scadenza per la conservazione è il 31 dicembre 2030.
È fondamentale, però, conoscere anche alcune importanti eccezioni a questa regola:
La conservazione dei documenti elettronici deve avvenire nel rispetto di precise regole normative, essenziali per garantirne autenticità e integrità. I riferimenti principali sono il Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD) e i relativi decreti, come il DM 17 giugno 2014. Le Linee guida AgID offrono inoltre indicazioni dettagliate per una corretta gestione dei documenti digitali.
A partire dall'anno d'imposta 2022, importanti novità hanno modificato le regole di conservazione per CAF e professionisti, soprattutto in relazione alla dichiarazione precompilata.
Se il contribuente trasmette la dichiarazione precompilata senza apportare modifiche, non è più tenuto a esibire al CAF o al professionista la documentazione relativa agli oneri già indicati e forniti da terzi all'Agenzia delle Entrate. Di conseguenza, il CAF o il professionista è esonerato dalla conservazione di tale documentazione.
Al contrario, se la dichiarazione dei redditi precompilata è sottoposta a modifiche, il CAF o il professionista è tenuto a conservare tutta la documentazione prevista per il visto di conformità, inclusa quella relativa agli oneri comunicati da terzi, anche se questi ultimi non sono stati modificati.
Accettare e trasmettere la dichiarazione dei redditi precompilata non esonera dal possedere e conservare la documentazione fiscale di supporto. Il contribuente, infatti, rischia il recupero delle somme erogate e non dovute in caso di controlli. Sebbene la precompilata semplifichi il rapporto con il Fisco, rafforzando la collaborazione, è fondamentale comprendere che la mancanza di documentazione che attesti le condizioni per detrazioni o deduzioni può sempre comportare il recupero degli importi da parte dell'Amministrazione finanziaria.
Per quanto riguarda CAF e professionisti, l'assenza della documentazione necessaria fornita dal contribuente può portare all'applicazione delle sanzioni previste per il visto di conformità infedele.