Il 24 luglio 2025 rimarrà una data indelebile per chi si affida alla connessione satellitare di Starlink. Un blackout globale ha improvvisamente lasciato senza internet decine di migliaia di utenti in tutto il mondo, causando notevoli difficoltà sia tra privati che in settori critici come difesa, aziende e governi. In questo articolo analizziamo cosa è successo, quali sono state le cause tecniche dell’interruzione, l’impatto per gli utenti e quando ci si può attendere il pieno ripristino del servizio.
Il down di Starlink ha avuto inizio nel tardo pomeriggio del 24 luglio 2025, intorno alle 21:30 ora italiana. Le segnalazioni hanno rapidamente invaso i social network e siti di monitoraggio come Downdetector, che ha raccolto più di 60.000 report di utenti impossibilitati a navigare online. La disconnessione si è propagata a macchia d’olio, coinvolgendo simultaneamente Stati Uniti, Europa, Asia, Australia e Africa. Per molti, la connessione si è completamente interrotta, mentre altri hanno riscontrato drastiche perdite di banda, rendendo impossibile anche la navigazione base.
Il blocco si è protratto per circa due ore e mezza, con una lente ripresa a partire dalla mezzanotte italiana. Numerosi servizi e infrastrutture che si basano su Starlink – incluse le comunicazioni militari in Ucraina – hanno subito gravi disagi durante la finestra del blackout.
A differenza di alcuni blackout passati riconducibili a guasti hardware od interferenze esterne, questa volta la causa dell'interruzione è stata identificata in un malfunzionamento dei principali servizi software interni che gestiscono la rete principale di Starlink.
Secondo quanto dichiarato da Michael Nicolls, Vicepresidente dell’ingegneria di Starlink, la radice del problema sarebbe legata a un errore di configurazione introdotto durante un aggiornamento finalizzato a migliorare le comunicazioni tra i satelliti in orbita. Tale errore ha scatenato un malfunzionamento “cascata” che ha interrotto la capacità dei satelliti di relazionarsi, bloccando così tutta la rete globale.
Le prime ipotesi – come attacco informatico o sabotaggio – sono state smentite direttamente da SpaceX: nessuna interferenza esterna né cyberattacchi, solo una criticità interna dovuta all’aggiornamento software. L’incidente sottolinea quanto ormai la resilienza delle infrastrutture digitali mondiali sia dipendente anche dalla solidità delle piattaforme software non solo dall’hardware fisico.
Starlink conta oltre 6 milioni di utenti attivi in più di 140 Paesi. Il blackout ha colpito impiegati, famiglie, aziende e soprattutto alcune realtà “critiche” — come operatori in aree remote, militari e mezzi di soccorso, che spesso si affidano alla rete satellitare in assenza di altre alternative. Particolarmente grave la situazione riscontrata in Ucraina, dove per circa due ore le postazioni militari sul fronte non sono riuscite a comunicare, alimentando preoccupazioni sulla dipendenza strategica dai servizi commerciali integrati nel settore difesa.
La tempestività dell’intervento del team tecnico di Starlink è stata fondamentale per ridurre al minimo i disagi. Tuttavia, la dimensione del blackout – tra le più ampie da quando il servizio è in attività – ha spinto molti a interrogarsi sull’affidabilità di sistemi così centralizzati, oggi cardine della connettività globale.
La buona notizia: già nelle prime ore della notte tra il 24 e il 25 luglio 2025 il servizio è stato progressivamente ripristinato nella maggior parte delle aree colpite. Il blackout è durato circa 2 ore e mezza. Tuttavia, zone particolarmente remote o con maggiore carico potrebbero aver sperimentato code di disagio anche nelle ore successive.
Elon Musk e i vertici di SpaceX hanno rassicurato gli utenti tramite X (ex Twitter), scusandosi per il disagio e promettendo “rimedi radicali per evitare che simili incidenti si ripetano”. Fortunatamente, non si prevede all’orizzonte un nuovo blocco e il team di ingegneri di Starlink è già al lavoro per rafforzare la sicurezza dei futuri aggiornamenti software.