Un nuovo inquietante tassello emerge nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, dopo anni dal delitto che ha sconvolto l’Italia.
È stata infatti trasmessa un’intercettazione inedita di Nicola Stasi, padre di Alberto Stasi, durante una puntata di “Quarto Grado”.
Proprio quei giorni successivi al brutale omicidio hanno visto la famiglia Stasi al centro di conversazioni riservate, che oggi gettano nuova luce sulle incertezze, le paure e le strategie difensive attorno a uno degli interrogativi più discussi: il problema dell’alibi.
Nell’audio, Nicola Stasi risponde a un parente sulle voci che circolano: «Il pigiama è rosa, non bianco… dicono str***ate». Ma il tema centrale della conversazione resta la dinamica con cui Alberto avrebbe potuto – secondo la sua versione – evitare di sporcarsi nell’atrio dove era presente il sangue di Chiara.
Nicola descrive il percorso: «C’è un corridoio di 8-9 metri. Lui a metà ha fatto due passi, ha guardato a destra e sinistra, non c’era nessuno... ha evitato la striscia di sangue, ma è spontaneo che uno non ci finisca dentro».
Un dettaglio apparentemente banale – la suola trovata sulla scena – diventa cruciale: non si capisce, fa notare il padre, «se è di uomo o di donna». Sono le illazioni giornalistiche di quei giorni a irritarlo, specie riguardo ad amicizie presunte e ricostruzioni di comodo.
Eppure il punto più drammatico e rivelatore arriva quando spiega: «Il problema è che non c'è un alibi. Perché lui si è alzato, ha acceso il computer alle 10, la ragazza è morta dalle 9 alle 11:30. E non c’è nessuno che lo conferma».
L’alibi di Alberto Stasi – tema già centrale durante le indagini e i processi – appare qui in tutta la sua fragilità. Il padre sottolinea: «Non ci siamo visti o sentiti con i genitori di Chiara. L’altra sera la mamma di Chiara ha chiamato Alberto e gli ha dato la buonanotte. Lei in caserma gli ha detto: lo so Alberto che non sei stato tu. Ma manca un alibi».
La finestra temporale dell’omicidio – dalle 9 alle 11:30 – si sovrappone con le attività di Stasi, che sostiene di aver acceso il computer alle 10 per lavorare alla sua tesi. Un dato che, però, nessuno all’epoca può confermare direttamente, rendendo la sua posizione sempre più critica.
Dettagli come l’assenza di tracce di sangue sulle scarpe di Stasi – nonostante la quantità di sangue presente sulla scena – sono da sempre al centro delle controversie.
Secondo la ricostruzione della famiglia Stasi, Alberto avrebbe semplicemente evitato le macchie. Tuttavia, la domanda su come sia possibile non lasciare tracce resta ancora oggi senza una spiegazione definitiva, alimentando dubbi e dibattiti.
A questi dubbi si aggiungono le contestazioni sulle impronte ritrovate: la polizia scientifica ha rilevato l’impronta di una scarpa da uomo n.42, compatibile con quelle indossate da Alberto, ma senza la certezza assoluta di attribuzione.
Il padre di Stasi, nell’audio, appare visibilmente provato dalle notizie fuorvianti, come l’amicizia inventata tra la famiglia Stasi e la famiglia Cappa o presunti intrighi relazionali: «Mai visti, mai conosciuti» ribadisce categorico.
Questo elemento rivela il clima di confusione e sospetto che ha avvolto per anni il caso, tra verità, fraintendimenti e una pressione pubblica senza precedenti.
Dopo vent’anni di indagini, sentenze e ripetuti colpi di scena, questo nuovo audio sottolinea ciò che la giustizia non è mai riuscita a risolvere completamente: l’assenza di un alibi solido e di una piena spiegazione logica di quanto avvenuto.
Restano domande irrisolte, dolori famigliari e la sensazione che tanti dettagli – dalle impronte alle relazioni – siano destinati a rimanere sfocati nel tempo.