La recente nomina dei nuovi membri del NITAG – il Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni – da parte del Ministero della Salute ha acceso un acceso dibattito nella comunità scientifica e politica italiana. A scatenare la polemica sono stati due nomi in particolare, considerati da molti come figure "scettiche" rispetto all'efficacia e alla sicurezza delle vaccinazioni: Paolo Bellavite ed Eugenio Serravalle. Ecco chi sono e perché le loro posizioni stanno dividendo opinione pubblica ed esperti.
Il NITAG è l’organismo tecnico chiamato a fornire supporto scientifico e raccomandazioni sulle strategie vaccinali nazionali. Composto da 22 esperti scelti tra accademici, clinici e membri di società scientifiche, ha il compito di valutare i dati scientifici disponibili e proporre aggiornamenti sui programmi vaccinali, tenendo conto delle evidenze e delle novità nel campo della prevenzione.
Il nuovo NITAG, presieduto da Roberto Parrella (presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali), è stato formalmente nominato il 5 agosto 2025 dal ministro della Salute, Orazio Schillaci. La nuova squadra avrebbe dovuto raccogliere un ampio consenso, ma sulla scelta di Bellavite e Serravalle si sono concentrate le principali controversie.
Medico, ex docente di Patologia all’Università di Verona, Paolo Bellavite è noto per le sue posizioni critiche (e spesso in contrasto con la maggioranza della comunità scientifica) sulla sicurezza e l’efficacia dei vaccini, in particolare durante la pandemia da Covid-19. In varie occasioni, Bellavite ha dichiarato che gli effetti collaterali dei vaccini “avrebbero pareggiato le vittime del Covid”, suscitando reazioni indignate tra gli esperti di salute pubblica e una forte preoccupazione tra i sostenitori delle politiche vaccinali.
È stato spesso ospite di trasmissioni e testate che hanno dato spazio a posizioni scettiche sull’obbligo vaccinale e sulla bontà dei dati ufficiali. Negli anni scorsi, Bellavite si è distinto anche per la critica aperta alle vaccinazioni pediatriche su larga scala e all’uso del green pass.
Pediatra con studio a Pisa, Eugenio Serravalle è anch’egli divenuto un punto di riferimento per i movimenti critici verso i vaccini e, in generale, per chi chiede maggiore libertà di scelta vaccinale. Serravalle ha più volte sostenuto la presunta inefficacia del vaccino esavalente, definendo la cosiddetta immunità di gregge “un mito” e dubitando della validità scientifica delle vaccinazioni pediatriche obbligatorie.
Fra le sue dichiarazioni più controverse figura anche l'affermazione secondo cui “la salute dei bambini non vaccinati è migliore di quella dei bambini vaccinati”. Queste posizioni lo hanno reso particolarmente discusso tra i colleghi e le istituzioni sanitarie.
La scelta del Ministro della Salute di inserire due figure dal profilo così controverso nel principale organo consultivo sulle strategie vaccinali ha incontrato una netta opposizione da parte di esponenti scientifici, opposizioni politiche e società mediche. Diverse voci, infatti, accusano il governo di cedere a pressioni ideologiche e di mettere “i lupi tra gli agnelli”, rischiando di minare la credibilità stessa delle politiche di prevenzione.
Sono scattate interrogazioni parlamentari e numerosi appelli, tanto dai banchi dell’opposizione quanto dal mondo accademico, perché queste nomine vengano riconsiderate e si torni a privilegiare un approccio rigorosamente evidence-based alla salute pubblica.
Va ricordato che il NITAG ha il compito di stilare raccomandazioni, aggiornare programmi e calendari vaccinali nazionali, studiare i fenomeni di esitazione, analizzare i dati su incidenza e sicurezza e fornire una comunicazione chiara su vaccini e vaccinazioni. In tale contesto, la presenza di membri dichiaratamente scettici rischia di alimentare confusione nell’opinione pubblica e sfiducia nei confronti delle istituzioni sanitarie, soprattutto in un periodo storico attraversato ancora da strascichi della crisi Covid e da una profonda polarizzazione sulle tematiche scientifiche.