11 Aug, 2025 - 13:59

Villa Pamphili, come sono morte Anastasia Trofimova e la figlia Andromeda? I risultati dell'autopsia

Villa Pamphili, come sono morte Anastasia Trofimova e la figlia Andromeda? I risultati dell'autopsia

Strangolate e poi gettate come spazzatura tra i rovi del parco di Villa Pamphili, nel cuore di Roma, a poche centinaia di metri l'una dall'altra. Sono morte così Anastasia Trofimova, 28 anni, e la figlia Andromeda, di appena 11 mesi, i cui corpi sono stati trovati lo scorso 7 giugno da alcuni passanti. 

A confermarlo è stata l'autopsia eseguita dal professor Vincenzo Arena dell'Università Cattolica del Sacro Cuore sulla salma della donna, dopo quella che aveva già accertato la morte per soffocamento della bambina. Si aggrava così ulteriormente la posizione di Francis Kaufmann, compagno della 28enne e padre della piccola, detenuto nel carcere di Rebibbia.

L'autopsia svela come sono morte Anastasia Trofimova e la figlia 

Dagli accertamenti medico-legali condotti nelle scorse settimane - i cui esiti sono stati resi noti solo oggi, 11 agosto 2025, - è emerso che anche Anastasia, come la figlia, sarebbe morta per strangolamento, come si ipotizzava.

Gli esami istopatologici avrebbero evidenziato sul suo corpo "stravasi ematici nei tessuti molli anteriori del collo", in particolare nelle aree peri-ioidea e tiroidea: segni inequivocabili, secondo gli esperti, di una forte pressione esterna.

Sul cadavere della 28enne sarebbero inoltre emersi graffi e lesioni compatibili con un'azione di trascinamento da parte dell'assassino. Una circostanza, questa, che dovrà essere chiarita dagli inquirenti attraverso ulteriori perizie forensi. 

Si aggrava la posizione di Kaufmann, padre della piccola

Cruciale per ricostruire l'esatta dinamica dei fatti sarà stabilire se lo strangolamento sia avvenuto a mani nude o con l'ausilio di un oggetto. Si fa intanto più pesante la posizione di Francis Kaufmann, alias Rexal Ford, il sedicente regista americano già additato della morte della figlia.

L'uomo, 46 anni, era stato arrestato a inizio giugno sull'isola greca di Skiathos, poi estradato in Italia, dove è attualmente detenuto in regime di isolamento nel carcere romano di Rebibbia. Durante una recente udienza ha revocato il mandato al suo legale, dichiarando di voler difendersi da solo.

"Negli Stati Uniti si può fare", ha detto al giudice. Ma in Italia la legge non lo consente: la Procura ha quindi nominato un difensore d'ufficio. Il suo comportamento - descritto fin da subito come aggressivo - non sorprende: dalle indagini è emerso che prima degli omicidi era stato segnalato in almeno tre occasioni alle forze dell'ordine per episodi di violenza.

Cosa è successo a Villa Pamphili, dall'inizio

In tutti i casi, Kaufmann si trovava insieme alla donna e alla bambina, ma la loro identità non era mai stata formalmente verificata, né erano stati adottati provvedimenti di tutela o separazione. Anastasia aveva conosciuto l'uomo nel 2024, a Malta, dove si era trasferita dalla Siberia per studiare inglese un anno prima.

Nel corso di alcune videochiamate, lo aveva anche presentato ai genitori, ignari della reale situazione in cui la coppia versava. Dopo il trasferimento con la neonata a Roma, i due avevano iniziato a vagare per la città, senza una residenza stabile, spostandosi tra stazioni, parchi e alloggi di fortuna.

Un servizio sulla vicenda mandato in onda dalla trasmissione Rai "Ore 14" il 10 giugno 2025, pochi giorni dopo il ritrovamento dei cadaveri (7 giugno 2025). 

Fino ad approdare a Villa Pamphili, dove si è infine consumata la tragedia. Secondo gli investigatori, Kaufmann avrebbe ucciso la compagna e poi la figlia. Restano dubbi sul movente. Tra le ipotesi al vaglio, possibili disturbi psichici o degenerazioni di problemi all'interno della relazione. Le indagini proseguono serrate.

Kaufmann, accusato di duplice omicidio e occultamento di cadavere, si dichiara dal canto suo innocente. "Sembrava affidabile, e che le volesse bene. Era gentile. Non ci aspettavamo nulla di tutto questo", hanno raccontato i genitori della 28enne a chi li ha ascoltati dopo il loro arrivo a Fiumicino. Ora chiedono solo una cosa: giustizia. 

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