Dal 2018, le partite Iva italiane sono valutate con un vero e proprio “voto in pagella” che va da 1 a 10.
Si tratta degli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale, meglio noti come ISA: uno strumento introdotto dall’Agenzia delle Entrate per misurare, sulla base di dati economici, contabili e territoriali, il grado di affidabilità dei contribuenti.
Non più solo accertamenti e controlli, ma anche un sistema premiante: chi ottiene un punteggio elevato può beneficiare di vantaggi fiscali, procedure semplificate e minori verifiche. Una forma di “merito fiscale” che punta a incentivare la trasparenza e la correttezza.
In questo articolo spiegheremo cosa sono gli Indici Sintetici di Affidabilità, come funzionano i voti in pagella, come si calcolano e quali sono i benefici premiali.
Le pagelle ISA, come spiega l’Agenzia delle Entrate, sono niente poco di meno che una serie di indicatori: attraverso un metodo di calcolo basato su dati contabili e strutturali raccolti nel tempo, valutano l’attività dell’imprenditore.
La particolarità degli ISA è che considerano:
In questo modo, la valutazione risulta più completa e aderente alla realtà.
Il punteggio ISA, che va da 1 a 10, rappresenta una valutazione dell’affidabilità fiscale dei titolari di partita Iva. Questo “voto” si basa su due tipi di indicatori:
Per determinare il punteggio finale degli ISA, l’Agenzia delle Entrate analizza una serie di elementi:
In aggiunta a questi i fattori esterni prima indicati. L’obiettivo è offrire una valutazione realistica, che tenga conto delle differenze tra aree geografiche e momenti economici diversi.
Ogni contribuente tenuto a compilare gli ISA deve comunicare all’Agenzia delle Entrate, attraverso appositi modelli, i propri dati economici, contabili e strutturali. Tra le informazioni richieste ci sono:
A questi si aggiungono i dati precalcolati dall’Agenzia delle Entrate, specifici per ciascun contribuente, come:
Tutte queste informazioni vengono elaborate insieme per restituire il punteggio finale.
Il punteggio ottenuto con gli ISA non è solo un indicatore di affidabilità fiscale, ma ha effetti pratici importanti. L’Agenzia delle Entrate lo usa, ad esempio, per decidere su quali contribuenti concentrare i controlli.
Allo stesso tempo, chi ottiene un punteggio alto può accedere a diversi vantaggi:
Ogni anno l’Agenzia delle Entrate stabilisce i punteggi minimi e i requisiti necessari per usufruire di questi benefici.
Se vengono commessi errori, è possibile correggere i dati inseriti nella dichiarazione. Inoltre, si possono indicare anche ulteriori componenti positivi di reddito che servono per calcolare correttamente le imposte dovute.
La dichiarazione di questi importi aggiuntivi non comporta sanzioni né interessi, a patto che le imposte relative vengano pagate nei termini previsti per il saldo delle imposte sui redditi e con le modalità corrette.
È anche possibile scegliere il pagamento a rate, sia per il saldo che per gli eventuali acconti dovuti.