16 Aug, 2025 - 11:33

Ucciso dalla compagna a Milano, chi era Vincenzo Ferrigno: fermata la 64enne Nunzia Antonia Mancini

Ucciso dalla compagna a Milano, chi era Vincenzo Ferrigno: fermata la 64enne Nunzia Antonia Mancini

Un altro dramma familiare, un altro omicidio ha scosso nelle scorse ore la città di Milano, dove un uomo di 73 anni è stato ucciso dalla compagna di nove anni più giovane. Si tratta di Vincenzo Ferrigno e di Nunzia Antonia Mancini, che convivevano da tempo in un appartamento di una palazzina Aler nel quartiere Corvetto. La donna - già reo confessa - è stata arrestata e trasferita in carcere: è accusata di omicidio volontario aggravato. 

Chi era Vincenzo Ferrigno, l'uomo ucciso dalla compagna

Vincenzo Ferrigno, originario di Napoli, viveva da decenni nel quartiere Corvetto di Milano, dove era noto e stimato. Per molti anni aveva gestito un'edicola in piazza Gabrio Rosa, vero e proprio punto di riferimento per i residenti.

Negli ultimi anni, complici una serie di problemi di salute - dovuti a diversi ictus - la sua vita era drasticamente cambiata: era costretto a letto, completamente non autosufficiente. A prendersi cura di lui, la compagna, Nunzia Antonia Mancini, di nove anni più giovane.

Secondo le prime ricostruzioni, i due non si erano mai sposati, ma da oltre quarant'anni convivevano in un appartamento al secondo piano di una palazzina popolare Aler in via Pomposa. Stesso luogo in cui, nella notte di Ferragosto, si è consumata la tragedia. 

L'omicidio e la confessione: la dinamica della tragedia

È accaduto tutto in pochi attimi, tra giovedì 14 e venerdì 15 agosto. Intorno alle 3 del mattino, Nunzia Antonia Mancini avrebbe aggredito Vincenzo, colpendolo con più coltellate mentre - come al solito - lui era disteso a letto, impossibilitato a muoversi.

Dopo averlo ferito, la donna lo avrebbe anche soffocato con un cuscino. Poi è uscita dall'appartamento e ha chiamato il Numero unico per le emergenze 112, confessando ciò che aveva fatto e chiedendo l'intervento delle forze dell'ordine.

Quando gli agenti sono giunti sul posto, hanno trovato il corpo di Ferrigno senza vita, con evidenti segni di violenza. Ogni tentativo di salvarlo è stato vano. La donna, dal canto suo, è stata posta sotto arresto e portata in Questura.

Il pm di turno, Maria Cristina Rita, e gli investigatori dell'Ufficio prevenzione generale di Milano la avrebbero già ascoltata in presenza di un avvocato difensore. E avrebbero così ricostruito il movente del delitto. 

Le indagini e il contesto sociale: cosa è emerso finora

Davanti agli inquirenti, la donna avrebbe spiegato di non riuscire più a gestire la difficile convivenza con l'uomo, da tempo malato e completamente dipendente da lei, sottolineando uno stato di esasperazione personale.

L'omicidio sarebbe dunque scaturito da difficoltà legate al grave stato di salute della vittima. Le indagini proseguono serrate e non si esclude che sul corpo del 73enne venga eseguita l'autopsia, per fugare ogni dubbio.

La vicenda ha però già fatto emergere una realtà spesso nascosta o poco discussa: quella delle persone che devono prendersi cura di familiari malati in condizioni di disagio o con scarsi supporti sociali. "Dovrebbero legalizzare il suicidio assistito", scrive qualcuno sui social.

Altri citano episodi simili, augurandosi maggiori investimenti nel campo dell'assistenza. "Non si fa abbastanza", lamentano, "questo è il risultato". Se ne era parlato anche dopo il caso avvenuto neanche un mese fa nel Varesotto.

Giuseppe Rizzotti, 91 anni, era entrato nell'ospedale in cui era ricoverata la moglie, Anna Adele Castoldi, 86 anni, aveva deposto due fiori di stella alpina sul suo letto e le aveva sparato, rivolgendo poi l'arma contro sé stesso. Erano morti entrambi, lasciando la comunità sgomenta.

La ricostruzione della tragedia di Angera nel servizio de "La Prealpina".

Da oltre cinquant'anni convivevano a Cusano del Monte, paese di poche anime. Poi la malattia, i problemi, la stanchezza. E quell'ultimo, estremo gesto che nessuno si aspettava. Che aveva lasciato solo dolore e incredulità, accendendo il dibattito. 

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