Il tema della pensione è una delle priorità per il personale della scuola e dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM), un interesse che si intensifica in vista della manovra finanziaria 2026 e delle possibili novità che introdurrà.
Sul sito dell’INPS sono riportate le principali misure disponibili, con l’indicazione dei requisiti anagrafici, degli anni di contributi necessari e delle modalità di uscita dal lavoro. Oltre alla pensione di vecchiaia, molti docenti stanno valutando opzioni alternative come l’Ape sociale od Opzione donna, strumenti che potrebbero essere confermati o modificati nel 2026. Nei prossimi paragrafi analizziamo nel dettaglio le diverse possibilità di pensionamento, spiegando chi può accedervi e a quali condizioni.
Una delle domande più frequenti tra i docenti riguarda la pensione di vecchiaia d’ufficio: chi potrà andare in pensione automaticamente il 1° settembre 2026?
La procedura di pensionamento d’ufficio prevede la cessazione del servizio per raggiunti limiti di età, senza necessità di presentare domanda.
Come riportato dall'INPS nella sezione dedicata alla pensione di vecchiaia, il personale del comparto scuola e dell’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica (AFAM) può andare in pensione a partire dal 1° settembre e dal 1° novembre dell’anno in cui si perfezionano i requisiti di legge.
In base a quanto si legge anche da orizzontescuola.it, vi rientrano gli insegnanti che, entro il 31 agosto 2026, maturano i seguenti requisiti:
Oltre al pensionamento d’ufficio per limiti di età, gli insegnanti possono andare in pensione anche su domanda, purché i requisiti siano maturati dopo il 31 agosto 2026 ed entro la fine dello stesso anno.
Per chi possiede un’anzianità contributiva antecedente al 1996, le condizioni rimangono quelle classiche: almeno 67 anni di età e 20 anni di contributi.
Diverso è il caso di chi ha iniziato a versare dal 1° gennaio 1996: qui l’INPS richiede non solo i requisiti standard (67 anni e 20 anni di versamenti), ma anche che l’assegno maturato sia almeno pari al trattamento minimo, fissato per il 2025 in 603,40 euro mensili. Se la soglia non viene raggiunta, il diritto alla pensione scatta solo al compimento dei 71 anni di età.
Un discorso a parte riguarda gli insegnanti impegnati in mansioni gravose, per i quali l’uscita è consentita con un requisito anagrafico leggermente ridotto: 66 anni e 7 mesi entro il 31 dicembre 2026, a fronte però di 30 anni di contributi.
Infine, i docenti che hanno iniziato a lavorare nella scuola dopo il 1996, senza alcuna contribuzione precedente, possono accedere esclusivamente alla cosiddetta pensione di vecchiaia contributiva: in questo caso il requisito anagrafico sale a 71 anni, con un minimo di 5 anni di contributi effettivi.
Fino al 31 dicembre 2026 gli insegnanti possono accedere alla pensione anticipata ordinaria, che non prevede limiti di età ma si basa esclusivamente sul numero di contributi versati.
Il requisito varia a seconda del genere: per gli uomini sono necessari 42 anni e 10 mesi di contribuzione, mentre per le donne ne occorrono 41 anni e 10 mesi.
Il personale scolastico e AFAM matura il diritto alla pensione rispettivamente il 1° settembre e il 1° novembre dell'anno in cui raggiunge i requisiti.
Accanto a questa forma di uscita resta in vigore, almeno fino al 31 dicembre 2025, la cosiddetta pensione anticipata flessibile Quota 103, che consente il pensionamento con 62 anni di età e 41 anni di contributi, a determinate condizioni. Questa misura, tuttavia, non è strutturale: il suo rinnovo per il 2026 è legato alle decisioni che verranno prese nella prossima legge di bilancio.
L’Ape sociale è un anticipo pensionistico garantito dallo Stato italiano e attualmente in vigore fino al 31 dicembre 2025.
È destinato a specifiche categorie di lavoratori considerati più fragili: disoccupati di lunga durata, caregiver, soggetti con invalidità civile pari o superiore al 74% e lavoratori impiegati in mansioni gravose, categoria che include anche gli insegnanti.
Per il 2026 si attende una decisione sul suo eventuale rinnovo nella prossima legge di bilancio.
Al momento, possono accedere al beneficio i docenti che maturano i requisiti entro la fine del 2025. La procedura non è immediata: la normativa prevede infatti la presentazione di due domande.
La prima serve a richiedere all’INPS la verifica del diritto all’Ape sociale e deve essere inoltrata entro una delle tre scadenze fissate: 31 marzo 2025, 15 luglio 2025 o, al più tardi, 30 novembre 2025.
Solo dopo aver ricevuto l’esito positivo, l’interessato può inoltrare la seconda domanda, che rappresenta la vera e propria richiesta di accesso all'indennità Ape sociale.
Opzione donna è una misura di pensionamento anticipato riservata a una platea specifica di lavoratrici, compreso il personale della scuola e dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM).
Possono accedervi coloro che, entro il 31 dicembre 2024, si trovano in una delle seguenti condizioni: caregiver, lavoratrici con un’invalidità civile pari o superiore al 74%, dipendenti o licenziate da aziende per le quali sia stato aperto un tavolo di confronto per la gestione della crisi.
Oltre a rientrare in una di queste categorie, è necessario aver maturato almeno 35 anni di contributi e aver compiuto 61 anni di età. Tutti i requisiti devono essere posseduti al momento della presentazione della domanda di pensione anticipata.