Nuovi sviluppi sul caso Garlasco riaprono il dibattito sull’omicidio di Chiara Poggi, grazie alle recenti dichiarazioni del medico legale Vittorio Fineschi, ordinario di medicina legale alla Sapienza di Roma, intervistato a Filorosso su Raitre.
Diciotto anni dopo la morte di Chiara Poggi, l’esumazione del corpo rivela particolari trascurati durante le prime indagini. Secondo Fineschi, questa procedura potrebbe evidenziare aspetti mai presi sul serio all’epoca e colmare lacune investigative, introducendo nuove prospettive sull'identità dell’assassino o degli assassini. Il medico legale ha sottolineato che la riesumazione rappresenta un passaggio cruciale per arricchire il mosaico della verità, spesso basato su elementi raccolti in modo frettoloso o superficiale.
Uno dei dettagli più inquietanti emersi riguarda la tipologia delle lesioni ritrovate sul corpo: non sarebbero compatibili con l’uso di un unico strumento. Alcune ferite appaiono inflitte con un oggetto tagliente, altre invece con qualcosa di contundente, lasciando ipotizzare l’intervento di più persone oppure, quantomeno, di più armi. Questo elemento mette in discussione la versione ufficiale e suggerisce che il killer non sia necessariamente una sola persona.
Alla luce delle nuove ipotesi, la posizione di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi e in carcere da dieci anni, viene nuovamente messa in discussione. Parallelamente, nel nuovo filone d’indagine è finito Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, il cui interrogatorio — secondo il legale di Stasi, De Rensis — è stato "un obbrobrio giudiziario" durato più di quattro ore. Anche l’avvocato di Stasi denuncia una serie di errori giudiziari che avrebbero portato alla condanna del suo assistito, chiedendo maggiore trasparenza e giustizia.
Secondo De Rensis, il sistema giudiziario ha collezionato una serie di sbagli, che si riflettono nella presenza di una persona in carcere nonostante persistano dubbi e contraddizioni. L’avvocato afferma di essere stufo dei numerosi errori e sostiene la veridicità delle dichiarazioni di Sempio in merito allo scontrino, un dettaglio chiave nelle indagini.
Questi nuovi elementi costringono gli investigatori e l’opinione pubblica a riesaminare l’intera vicenda con maggiore attenzione. Se davvero furono usate più armi, il coinvolgimento di più persone nell’omicidio appare plausibile malgrado le certezza giuridica acquisita negli anni. Il caso Garlasco continua così a essere un enigma capace di suscitare domande e dubbi, animando il dibattito tra esperti di medicina legale, forze dell’ordine e operatori del diritto.