In molti accolgono con favore la nuova iniziativa e il lancio della stablecoin in euro. Con successo, nove big del credito, tra cui ING, UniCredit, Banca Sella, KBC, Danske Bank, DekaBank, SEB, CaixaBank e Raiffeisen Bank International, si sono organizzate per lanciare sul mercato un nuovo progetto che permetta di offrire un’opzione più efficiente, veloce ed economica al dollaro, oltre a rafforzare l’emancipazione dell’Europa.
Ma cos’è una stablecoin in euro? È diversa dall’euro digitale? Posso cambiarla 1:1 quando voglio? Sono molte le domande ricevute dopo la presentazione della Stablecoin in euro. Di certo si registra un interesse senza precedenti per il lancio nel 2026 della stablecoin ancorata all’euro, con un veicolo dedicato nei Paesi Bassi e un percorso regolamentare già tracciato. L’iniziativa ha avviato l’iter per la licenza e-money e sarà vigilata dalla DNB una volta autorizzata, operando nel perimetro del Regolamento (UE) 2023/1114 (MiCA, EMT).
Il nuovo progetto, che si inserisce in una vasta strategia di diversificazione rispetto al token in dollari, parte da una strategia semplice: versi euro, ottieni token; riconsegni il token, ricevi euro.
La risposta è chiara: con riserve di qualità e segregate e con un diritto di rimborso a valore nominale (1:1). Questa è la parte meno spettacolare, che si inserisce nel più ampio quadro decisivo basato sulla fiducia. Come osserva Milano Finanza, senza basi granitiche su riserve e trasparenza non si compete con gli emittenti ancorati al dollaro. La scelta di una società olandese dedicata, evidenziata da Il Sole 24 Ore, va letta proprio in questa chiave: licenza, vigilanza, responsabilità.
“È la stessa cosa dell’euro digitale?” No. Il successo che segna il cambiamento indica che la stablecoin bancaria è un’iniziativa privata ma regolata, pensata per casi d’uso di mercato (pagamenti B2B, e-commerce, regolamento di asset tokenizzati, tesoreria 24/7).
Più nel dettaglio, va detto che l’euro digitale sarebbe una moneta della banca centrale con finalità pubbliche. Sky TG24 lo spiega in modo chiaro: le due strade possono coesistere, ma non si sovrappongono; servono a esigenze diverse.
È necessario considerare che ad oggi il flusso delle transazioni sui pagamenti cripto-nativi viaggia in stablecoin in dollari, mentre non si registra uno spazio dedicato in euro, che è ridotto al minimo.
Con questo progetto si rafforza la sovranità dei pagamenti e l'efficienza per l’industria europea. Come spiegato dal Sole 24 Ore, se vendi in Germania e paghi un fornitore in Spagna, avere cash digitale in euro con finalità immediata e riconciliazione automatica non è un vezzo, ma è margine operativo.
È importante anche rafforzare ulteriormente la lettura geopolitica. Come si legge su Milano Finanza, un’alternativa europea riduce la dipendenza infrastrutturale da token USD nei flussi intra-UE.
Le riserve segregate e il diritto di rimborso immediato 1:1 al valore nominale sono previsti dal MiCA per questi token, offrendo tutele robuste (salvo commissioni).
I primi passi concreti (o le prime implementazioni) della tecnologia sono molto semplici e in pratica servono per risolvere le inefficienze immediate dei sistemi di pagamento. Tre sono le priorità iniziali di questa tecnologia, pensate per dare il via alla modernizzazione finanziaria europea: i pagamenti 24/7, la programmabilità delle transazioni e il settlement on-chain nei mercati dei capitali, in particolare:
· pagamenti istantanei ai fornitori con condizioni programmate (paghi quando il pallet risulta consegnato);
· Escrow che si sbloccano al verificarsi di eventi (documenti, IoT, milestone);
· Settlement on-chain per strumenti finanziari tokenizzati, senza attendere cut-off o batch notturni.