21 Oct, 2025 - 17:57

Ristrutturazione edilizia 2026, nuove regole e conferme: la guida dell’Agenzia delle Entrate per non perdere le agevolazioni

Ristrutturazione edilizia 2026, nuove regole e conferme: la guida dell’Agenzia delle Entrate per non perdere le agevolazioni

L’Agenzia delle Entrate ha aggiornato, nell’ottobre 2025, la guida dedicata alle ristrutturazioni edilizie. Con l’avvicinarsi della fine dell’anno e l’arrivo del 2026, si confermano importanti novità e proroghe per chi intende ristrutturare casa. Un segnale di continuità che rafforza la fiducia nelle agevolazioni fiscali per l’edilizia, ma che richiede precisione su aliquote, limiti e adempimenti.

Negli ultimi mesi sono aumentate le richieste di chiarimenti da parte dei contribuenti sul funzionamento del sistema di incentivi per il recupero del patrimonio abitativo. La domanda più frequente è sempre la stessa: “Cosa cambia nel 2026?”. Secondo la bozza della Legge di Bilancio 2026, approvata dal Consiglio dei Ministri, è previsto il differimento di alcuni bonus edilizi, con la proroga delle regole già in vigore nel 2025: detrazione al 50% per la prima casa e al 36% per gli altri immobili, nel rispetto dei consueti massimali e requisiti.

Una conferma che arriva direttamente dai comunicati ufficiali di Palazzo Chigi, e che assicura la continuità di uno degli strumenti fiscali più utilizzati dagli italiani.

Agevolazioni ristrutturazione edilizia 2026: cosa prevede la normativa

Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate nella guida “Ristrutturazioni edilizie: le agevolazioni fiscali” e nelle relative pagine tematiche, le detrazioni per gli interventi di recupero edilizio continuano a essere accessibili, con gli adempimenti noti e i controlli documentali.

Tutto si basa sulla solidità del patrimonio immobiliare italiano e sulla necessità di intervenire con lavori che, in molti casi, sono indispensabili per sicurezza, efficienza e valore dell’abitazione.

La normativa di riferimento resta l’articolo 16-bis del TUIR (D.P.R. 917/1986), che consente di detrarre dall’IRPEF una parte delle spese sostenute per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sugli immobili residenziali.

Secondo la bozza approvata in Consiglio dei Ministri, per il 2026 si prevede:

  • detrazione del 50% delle spese per la prima casa;

  • detrazione del 36% per gli altri immobili;

  • massimale di spesa per unità immobiliare: 96.000 euro;

  • ripartizione in 10 rate annuali di pari importo, come già stabilito dalle guide e dai vademecum tecnici.

Il beneficio spetta a proprietari, nudi proprietari, usufruttuari, inquilini e comodatari, nonché ai familiari conviventi che sostengono la spesa.

Come si legge su FiscoOggi, la conferma delle agevolazioni fiscali favorisce il recupero del patrimonio edilizio e punta a migliorare la sicurezza, l’efficienza e la qualità abitativa delle case italiane.

Quali interventi rientrano nella detrazione

Il meccanismo delle detrazioni fiscali in materia edilizia è ormai consolidato da anni. La detrazione si applica a una vasta gamma di lavori, dalla manutenzione ordinaria alla ristrutturazione profonda.

Tra gli interventi che danno diritto al beneficio fiscale rientrano:

  • opere di manutenzione straordinaria (rifacimento bagni, impianti elettrici o idraulici);

  • interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche;

  • lavori per la messa in sicurezza antisismica;

  • restauro e risanamento conservativo di edifici esistenti;

  • installazione di ascensori, montacarichi o rampe per persone con disabilità;

  • interventi su parti comuni condominiali (tetti, facciate, scale, cortili).

È possibile richiedere l’agevolazione anche per spese accessorie, come progettazione, perizie e diritti comunali.

Modalità di pagamento e documentazione richiesta

Non è prevista un’accelerazione specifica per il 2026, ma la conferma delle detrazioni potrebbe generare nuovi interventi edilizi.

Resta comunque l’obbligo di effettuare i pagamenti tramite bonifico parlante, indicando causale, codice fiscale del beneficiario e partita IVA o codice fiscale dell’impresa esecutrice, per beneficiare delle agevolazioni fiscali.

La documentazione da conservare comprende:

  • ricevute dei bonifici;

  • fatture o ricevute fiscali;

  • permessi edilizi o autocertificazione per lavori che non li richiedono;

  • comunicazione preventiva all’ASL, ove prevista.

Come ricorda l’Agenzia delle Entrate, i documenti vanno conservati per eventuali controlli e allegati alla dichiarazione dei redditi per tutta la durata della detrazione. 

 Novità digitali e controlli 2026

Tra le novità operative evidenziate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dalla stessa Agenzia delle Entrate, prosegue il percorso di digitalizzazione dei controlli e la semplificazione degli adempimenti.

Resta attivo il canale ENEA per l’invio dei dati tecnici (accesso con SPID o CIE), che consente ai contribuenti di scaricare le ricevute di trasmissione e verificare la correttezza delle comunicazioni.

L’obiettivo per il 2026, come sottolineato da FiscoOggi, è quello di integrare progressivamente le informazioni fiscali e tecniche in un sistema unico, riducendo i margini d’errore e semplificando la gestione delle pratiche.

Al momento, tuttavia, non esiste una piattaforma unificata che consenta di monitorare online l’avanzamento dei lavori o di accedere a dati catastali e bonifici in tempo reale.

Cessione del credito e sconto in fattura: a che punto siamo

Con la Manovra 2026, il Governo ha confermato la linea restrittiva già introdotta con il DL 39/2024, che ha di fatto chiuso la possibilità di nuove opzioni per la cessione del credito e lo sconto in fattura, salvo specifiche eccezioni previste per legge (come gli interventi su immobili danneggiati da eventi calamitosi o altre fattispecie già disciplinate).

Resta invece pienamente attiva la detrazione diretta in dichiarazione dei redditi, che rimane la modalità ordinaria per beneficiare del bonus.

In due parole: cosa cambia davvero nel 2026 (bozza CdM)

Conferma al 2026 delle regole del 2025: 50% prima casa, 36% altri immobili, 96.000 € per unità, 10 rate.
Nessuna riapertura generalizzata della cessione o dello sconto in fattura, salvo deroghe già previste.
Adempimenti invariati: bonifico parlante e documentazione secondo le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate.
Semplificazione e digitalizzazione progressiva, ma senza nuove piattaforme operative.

 

 

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