05 Nov, 2025 - 17:50

"The Counselor" come finisce? Trama e location del film

"The Counselor" come finisce? Trama e location del film

Oscuro, spietato e disturbante: "The Counselor - Il Procuratore" è uno di quei film che non dimentichi facilmente. Diretto da Ridley Scott e scritto da Cormac McCarthy (sì, l’autore di "Non è un paese per vecchi"), il film è una discesa all’inferno fatta di avidità, scelte sbagliate e violenza senza catarsi.

Uscito nel 2013 con un cast stellare - Michael Fassbender, Penélope Cruz, Javier Bardem, Cameron Diaz e Brad Pitt - il film ha diviso pubblico e critica per il suo tono cupo e la sua morale glaciale. Ma proprio in questo risiede il suo fascino: "The Counselor" non racconta una storia di redenzione, ma di inevitabile dannazione.

La pellicola si apre nel lusso e nella passione: il Procuratore (Michael Fassbender) e la sua fidanzata Laura (Penélope Cruz) vivono un amore intenso, quasi irreale, ma dietro la superficie scintillante si nasconde la precarietà. L’uomo, in difficoltà economica, decide di entrare in un affare losco proposto da Reiner (Javier Bardem), un imprenditore eccentrico e ambiguo.

È l’inizio di una catena di eventi che trasformerà la sua vita in un incubo senza via d’uscita. Ecco la trama completa, le location e come finisce la pellicola.

Le location dov'è stato girato "The Counselor"

Una delle componenti più potenti del film è l’uso delle location. Scott alterna il glamour artificiale del Texas e di Londra alla brutalità del deserto messicano, dove tutto sembra immobile eppure pronto a esplodere. Le riprese principali si sono svolte tra la Spagna (Almería e Alicante) e gli Stati Uniti (El Paso e Texas occidentale), creando un’atmosfera sospesa tra realtà e incubo.

Il deserto non è solo un luogo fisico, ma un personaggio vero e proprio: il simbolo della solitudine e della punizione. Qui ogni corpo scompare, ogni delitto viene inghiottito dalla sabbia, e il silenzio amplifica il senso di morte imminente. In contrasto, gli interni di lusso - le ville, le discoteche, i ristoranti - rappresentano la falsa sicurezza del potere e del denaro, un palcoscenico costruito sull’illusione.

Londra, con la sua pioggia e le sue luci fredde, diventa l’epilogo ideale per Malkina, la donna che ha saputo navigare il caos con cinismo assoluto. La città è il suo nuovo campo di caccia: lontano dal deserto ma ancora avvolta nella stessa oscurità morale.

La trama di "The Counselor"

Il Procuratore entra nel giro del narcotraffico con una convinzione arrogante: pensa di poter controllare la situazione, di "fare solo un colpo" e tornare alla normalità. Ma nel mondo di McCarthy, ogni errore costa caro e nessuno è davvero innocente. Quando il carico di droga viene rubato - un colpo orchestrato dalla glaciale Malkina (Cameron Diaz), la compagna di Reiner - la macchina della vendetta del cartello messicano si mette in moto.

Il Procuratore non sa che il furto è partito da più vicino di quanto immagini. Malkina, assetata di potere e denaro, manipola ogni pedina sulla scacchiera. È lei la vera mente dietro il caos: controlla i suoi uomini, intercetta le informazioni, e soprattutto, gode nel vedere gli altri cadere uno a uno. È una figura quasi mitologica, un simbolo della crudeltà fredda e senza emozioni.

La situazione precipita in modo inesorabile. Il corriere che trasporta la droga viene brutalmente ucciso e la cocaina sequestrata. Il cartello, convinto che il Procuratore sia coinvolto nel furto, scatena una vendetta metodica e spietata. Reiner viene assassinato, Westray (Brad Pitt) - intermediario e uomo d’affari - tenta di fuggire ma viene catturato e ucciso con un filo d’acciaio automatico che gli si stringe al collo, tagliandogli lentamente la gola.

Intanto, Laura, ignara di tutto, viene rapita. Il Procuratore cerca disperatamente di salvarla, implora aiuto, prova a comprare la clemenza, ma ogni tentativo è vano. Il messaggio del film è brutale e limpido: nel mondo dei cartelli, il perdono non esiste. Quando il meccanismo si mette in moto, non c’è più nessuno in grado di fermarlo.

Il finale: la punizione inevitabile del Procuratore

Il climax di "The Counselor" arriva come una lama affilata, senza musica drammatica né eroi in azione. Dopo la catena di omicidi e tradimenti, il Procuratore si trova a Ciudad Juárez, sperando di poter negoziare con Jefe, uno dei capi del cartello. Ma la sua richiesta di pietà si infrange contro una realtà crudele. L’uomo gli spiega con calma che le sue scelte lo hanno già condannato e che nulla può essere annullato:

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Il mondo che hai creato non può essere dis-creato. Quando hai scelto, hai scelto il tuo destino

Poco dopo, il Procuratore riceve un video che lo distrugge completamente: è il filmato dell’esecuzione di Laura, la donna che amava. Il suo corpo viene poi ritrovato decapitato in una discarica. Nessun lieto fine, nessuna giustizia poetica. Solo il peso insostenibile della colpa. Ridley Scott lascia la scena muta, con il protagonista schiacciato da un destino che lui stesso ha innescato.

Parallelamente, Malkina è libera, intatta, vittoriosa. Dopo aver eliminato Westray e sottratto i fondi, si presenta in un ristorante di Londra, dove conversa con un banchiere e pianifica il suo prossimo affare. Indossa un abito elegante, sorseggia champagne e parla di filosofia e predatori naturali. Il film si chiude su di lei, mentre il Procuratore è un uomo annientato, simbolo di come l’intelligenza senza morale diventi autodistruttiva.

Ridley Scott non concede un briciolo di consolazione: "The Counselor" non è un film sul crimine, ma sulla fatalità. Il suo messaggio è chiaro come il deserto che lo ospita: ogni scelta ha un prezzo, e prima o poi qualcuno viene a riscuoterlo.

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