23 Mar, 2015 - 17:01

D'Annunzio "incastrato" dai Ris di Cagliari

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Risalire al Dna di un individuo partendo dalle tracce lasciate su un qualsiasi tipo di oggetto. Attraverso questa tecnica innovativa i Ris hanno incastrato negli anni diversi assassini anche se, nel caso che vi andremo a raccontare, non c’era bisogno di chiudere nessuno dietro le sbarre. Gli uomini della scientifica di Cagliari hanno, per così dire, incastrato il grande poeta Gabriele D’Annunzio. Grande amatore e col debole per le donne, il poeta vate avrebbe lasciato tracce su di un fazzoletto bianco conservato nella cassetta di sicurezza dell'Archivio Generale insieme alle lettere che la Contessa Olga Levi Brunner usava indirizzargli. Oltre ai residui biologici rinvenuti sul quadrato di tessuto, altra testimonianza della presenza di D’Annunzio nella vita della contessa è stata ritrovata sulle setole di uno spazzolino d’avorio conservato alla Priora, la casa museo del poeta. A parlare dell’importanza del ritrovamento Giordano Bruno Guerri, presidente del Vittoriale:  «Nessuno vuole clonare D'Annunzio, ma nessuno può sapere quali saranno le evoluzioni della scienza e della società: è bene che quel dna sia stato rilevato. A chi mi chiede se questa scoperta abbia una qualche utilità per il Vittoriale rispondo che il nostro scopo statuario è conservare e valorizzare la figura e l'opera del poeta». Le tracce sono state raffrontate con il dna prelevato dalla saliva di Federico D’Annunzio, discendente del più noto Gabriele, con il risultato che i residui organici trovati sul fazzoletto risulterebbero provenire dal liquido seminale del passionale scrittore.
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