27 Nov, 2021 - 16:05

Juventus sotto inchiesta, plusvalenze sospette per 282 milioni di euro

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Perquisizioni della Guardia di Finanza nei locali di pertinenza della Juventus a Torino e Milano. Giovedì sera la Procura di Torino ha mandato le Fiamme Gialle nella sede juventina ad acquisire documenti. Nel mirino dell'inchiesta ci sono gli ultimi tre anni di calciomercato e le ormai famigerate plusvalenze.Il presidente Andrea Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedvev, l’ex direttore sportivo Fabio Paratici e altri tre dirigenti ed ex dirigenti bianconeri sono stati iscritti nel registro degli indagati. Ipotesi di falso in bilancio e false fatturazioni.

42 operazioni di mercato nel mirino

Tra le operazioni concluse dalla Juve con club italiani ed esteri, la principale riguarda lo scambio Pjanic-Arthur con il Barcellona. Ma l’elenco è lungo e comprende anche l’affare Cancelo-Danilo con il Manchester City, la vendita del portiere Audero alla Samp e una lunga serie di acquisti e cessioni di giovani.Ci sarebbero accertamenti anche sui rapporti economici con Cristiano Ronaldo. Il calciatore non risulta indagato. I militari però hanno ricevuto dai magistrati l'incarico di cercare "documenti e scritture private" relative al contratto e alle retribuzioni arretrate.

Cos'è la plusvalenza

La plusvalenza è il guadagno che si ottiene dalla vendita onerosa di un calciatore. Quando una società acquista un giocatore, il costo è suddiviso per gli anni di contratto e l’ammontare rappresenta la cifra annuale di ammortamento. Dalle carte raccolte dalla Procura di Torino sono emersi "indizi precisi e concordanti per ritenere che i valori sottesi ai trasferimenti in questione non siano stati oggetto di una fisiologica trattativa di mercato". Si è invece di fronte "a operazioni sganciate da valori reali di mercato, preordinate ed attestanti ricavi meramente 'contabili', in ultima istanza fittizi".L'indagine "Prisma", partita nel maggio 2021, è stata comunicata prontamente sia alla CONSOB che alla Procura Federale della FIGC. Come si legge nel comunicato diramato nella tarda serata di venerdì 26 novembre dalla Procura di Torino.
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