La crisi dei fertilizzanti si sta protraendo più del previsto, creando non pochi problemi. L'aumento del prezzo e la minore disponibilità, dovute anche alla guerra in Ucraina, rischiano di peggiorare ulteriormente la crisi alimentare. A questo, infatti, va aggiunta anche una minore fornitura di grano e cereali.
Il prezzo dei fertilizzanti aveva già subito un importante aumento lo scorso anno, a causa della pandemia da coronavirus. A questo, l'aggiungersi della crisi energetica e del conflitto russo ucraino, hanno creato le condizioni per ulteriore peggioramento della situazione.
I fertilizzanti hanno giocato un ruolo fondamentale negli ultimi 60 anni. Grazie a questa nuova tecnologia, infatti, si è potuto sfruttare al massimo i campi, permettendo di sfamare più persone in tutto il mondo. Le loro componenti, però, possono variare in base alla tipologia. Quelli più impiegati, ad esempio, sono a base di azoto e sono anche tra i più complicati da produrre. Dal punto di vista energetico hanno bisogno del gas e proprio per questo, a partire dalla scorsa estate, la loro produzione era stata limitata, a causa dello scarseggiare del gas stesso e dell'aumento del suo prezzo.
A peggiorare la situazione, tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022, ci sono state le sanzioni economiche verso la Bielorussia, produttrice di circa il 20% della potassa impiegata in campo agricolo, e l'invasione della Russia in Ucraina. La crisi dei fertilizzanti, però, ha portato alcuni Paesi, come Nigeria e Qatar, dove il gas non manca, ad ampliare la presenza in questo campo. In entrambi gli stati sono previste le aperture di impianti per la produzione di fertilizzanti, mentre il Canada ha in programma un aumento della potassa.
Altri stati, invece, stanno valutando di ridurre l'impiego di fertilizzanti, andando in contro, però, ad una minore resa dei campi, aggravando la crisi alimentare.