Roma - La riforma Cartabia è stata approvata dal Senato con 173 sì, 37 no e 16 astenuti. Adesso è legge. Oggi siamo qui per trasformare in legge dello Stato una proposta che viene da lontano ed è stata costruita con il contributo di molti. Questo è un passaggio importante nella storia del nostro Paese, in cui troppo a lungo la giustizia è stata terreno di scontro. Questo passaggio è stato preceduto da un lungo lavoro, a tratti non semplice, reso possibile dall’impegno di molti. Lo ha detto la ministra della Giustizia Marta Cartabia prima delle dichiarazioni di voto.
Pd: "Il Parlamento ha scritto una buona pagina"
Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera, commenta così il risultato delle votazioni:
Il Parlamento ha scritto una buona pagina. Vengono introdotte importanti novità da tempo attese, nel rispetto del principio dell'indipendenza della magistratura. Questa riforma, insieme a quelle del processo civile e penale, contribuirà ad assicurare un funzionamento della giustizia sempre più efficace e giusto, come chiedono gli italiani e come serve al 'sistema Paese' per rispondere alle sfide di questa complicata stagione con maggiore forza, equilibrio e rapidità.
L’attacco dell’opposizione sulla Riforma Cartabia
Non sono mancate le proteste da parte dei partiti di opposizione. Ecco le parole di Elio Lannutti sulla riforma:
Questa riforma è l'ulteriore pietra tombale sulla giustizia, perpetrando quella prevalenza degli interessi economici di banche, finanza e politica sul diritto già teorizzata e praticata dall'ex procuratore capo di Milano Bruti Liberati sullo scandalo Expo o dal suo successore Francesco Greco sul gravissimo crac Mps, travolto dentro un buco nero di 65,7 miliardi di euro bruciati dal 2008.
Per Fdl, la riforma è dannosa
Il senatore di Fratelli d'Italia Alberto Balboni, ha espresso parole molte dure sulla riforma Cartabia:
Nel tentativo di migliorare una riforma sbagliata e regressiva, Fratelli d'Italia non solo si è scontrato con un muro assoluto e con l'impossibilità di discuterne, ma ha dovuto subire anche l'oltraggio del segretario del Pd Letta che si è permesso di bollare come ostruzionismo la legittima presentazione di poche decine di emendamenti e che ha invocato, addirittura, la fiducia sul provvedimento.