Le promesse della Meloni. Come fa notare Il Sole 24 Ore, tra i punti su cui la leader di Fratelli d’Italia potrebbe indirizzare un'azione di governo c’è la stabilità dei conti pubblici. Stop a promesse mirabolanti e niente scelte come l’aumento della pensione a mille euro per tutti o la flat tax al 15%, come invece propongono i suoi alleati. Lei invece predilige un'idea di come applicarla sui redditi incrementali, cioè sugli aumenti rispetto all’anno precedente.
Un punto su cui invece sembra esserci sintonia con gli alleati è una ridiscussione del PNRR, pensata come un mirato aggiornamento che punti a destinare maggiori risorse all'approvvigionamento e alla sicurezza energetici, liberare l'Italia e l'Europa dalla dipendenza dal gas russo, e mettere al riparo la popolazione e il tessuto produttivo da razionamenti e aumenti dei prezzi. Non è ancora chiaro come potrebbe reagire Bruxelles a questa via.
Altro punto su cui concordano gli alleati è una riforma del fisco, articolata su: riforma dell'Irpef con progressiva introduzione del quoziente familiare; progressiva eliminazione dell'Irap e razionalizzazione dei micro-tributi; cedolare secca al 21% anche per l'affitto degli immobili commerciali in zone svantaggiate; innalzamento del limite all'uso del denaro contante. Inoltre, chiusura con la politica dei bonus, da sostituire con misure stabili e durature, e saldo e stralcio fino a 3mila euro per le cartelle di chi è in difficoltà.
Alla luce della situazione attuale anche sul fronte imprese c’è tanto da fare, seguendo le linee della nuova maggioranza: nel programma di FdI trovano posto la rilocalizzazione delle attività produttive in Italia e il disincentivo alle delocalizzazioni; il contrasto della concorrenza sleale e delle pratiche elusive del trasferimento delle sedi aziendali nei paradisi fiscali europei; oltre al potenzialmente degli strumenti per stimolare e incentivare la canalizzazione del risparmio privato verso il finanziamento dell'economia reale.
Comunanza di intenti tra gli alleati c’è poi sul reddito di cittadinanza. Tutte le parti concordano sull’abolizione e la sostituzione con un nuovo strumento che tuteli i soggetti privi di reddito, effettivamente fragili e impossibilitati a lavorare o difficilmente occupabili: disabili, over 60, nuclei familiari con minori a carico. Per chi è in grado di lavorare, percorsi di formazione e potenziamento delle politiche attive del lavoro. A questo va accompagnato un modello di ammortizzatori sociali universale per tutti i lavoratori
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